19 Marzo 2024

12. LE CASEMATTE DELL'INFORMAZIONE PROLETARIA IN ITALIA

Dopo quanto detto finora si pone la necessità di ragionare su quali siano gli strumenti a disposizione dei proletari italiani al fine di avere una corretta e adeguata informazione e non cadere così vittime della propaganda e del circuito di demistificazione svolto quotidianamente dall'imperialismo. Il possesso di media funzionali e radicati nelle masse è una casamatta fondamentale, specie nel contesto di una “guerra di posizione” tesa a conquistare l'egemonia culturale nella società. Per decenni il PCI ha costruito, con grande fatica e grazie anche agli ampi finanziamenti ricevuti dall'URSS, una rete mediatica alternativa (non solo L'Unità) capace di contrastare efficacemente le falsità e le distorsioni della borghesia. Abbiamo già visto come una delle ragioni della degenerazione interna al Partito sia stata l'incapacità di elevare adeguatamente il livello culturale politico medio di un'organizzazione di massa capace di arrivare ad oltre 2 milioni di iscritti. Una delle molte cause di tale degenerazione ideologica di massa si trova nel ruolo assunto da una serie di media che hanno saputo conquistare un rapporto di fiducia con le masse proletarie, attraverso una serie di battaglie condotte in comune. Si pensi a giornali come La Repubblica e Il Manifesto, come pure la rivista L'Espresso, che hanno ottenuto un seguito di massa nel corso degli anni '70. Un ruolo particolarmente funesto è stato quello di La Repubblica di Eugenio Scalfari (editore l'imprenditore italiano Carlo De Benedetti), con cui si è riusciti a corrompere culturalmente i comunisti, facendo loro introiettare dapprima un'ideologia socialdemocratica, poi un approccio via via sempre più aperto al liberalismo e al liberismo.
Anche Il Manifesto ha svolto un ruolo complessivamente deleterio: nato nel 1969 dalla cacciata dal PCI di un gruppo di dissidenti critici verso l'Unione Sovietica, il giornale ha spinto alle estreme conseguenze l'antistalinismo, giungendo negli anni ad un anti-sovietismo che ha anticipato e appoggiato la serie di svolte berlingueriane, attaccando in parallelo alla radice l'ideologia del marxismo-leninismo. Nel corso degli anni Il Manifesto ha dato spazio alle forme più disparate possibili di eterodossia marxista, diventando il principale punto di riferimento dei settori di classe critici verso la linea collaborazionista del PCI (la stagione del “compromesso storico” e della “solidarietà nazionale”) e successivamente per coloro che hanno vissuto gli anni '80 e la caduta del Muro di Berlino come una crisi di identità e una necessità di scoprire nuove vie ideologiche per rinnovare il concetto di “sinistra”. L'esito ultimo di questo percorso, fondato sulle elaborazioni teoriche di Toni Negri, Mario Tronti e di tutto quel filone “marxista occidentale” più recente, è stato l'approdo ad un approccio anticomunista, appiattito su un'ideologia socialdemocratica antiliberista che ribadisce la necessità di costruire una sinistra amplia, plurale e “non dogmatica”. La storia del fallimento del PRC è difficilmente comprensibile senza aver chiaro l'influsso culturale e politico esercitato da personalità come Rossana Rossanda e dal suo gruppo. L'unico altro giornale italiano della Seconda Repubblica capace di svolgere per un certo periodo un ruolo progressivo, contribuendo a tener fermo l'obiettivo di una linea di classe e di critica capitalistica, è stato Liberazione, ma solo per un periodo limitato, finendo poi anche questo per essere diretto da un anticomunista come Piero Sansonetti, funzionale a diffondere in tutto il Partito il “Bertinotti-pensiero”. Oggi non ci sono in Italia quotidiani adeguati alla fase. Su questo fronte la borghesia italiana ha ottenuto un indiscutibile trionfo, così come l'ha ottenuto nella “normalizzazione” del canale televisivo “Raitre”, diventato un'appendice del Partito Democratico, e nell'enorme diffusione del giornale Il Fatto Quotidiano, giornale presentatosi come “anti-sistema” ma sostanzialmente riconducibile ad un buon giornale liberale d'inchiesta, un organo “crociano” che ha condotto negli anni una meritevole battaglia sull'onestà e contro la corruzione sistemica dei ceti politici e della borghesia, ma senza avere un preciso punto di vista di classe capace di mostrarne i nessi con il sistema capitalistico. In questi termini si spiega perché, mantenendo un approccio sostanzialmente corporativista, sia diventato il giornale preferito dell'elettorato del M5S, partito populista compatibile con il sistema imperialista. Anche i telegiornali più critici e professionali, quello dei canali “La7” e “Rainews24”, non sono da meno rispetto ai media più reazionari quando si tratta di falsificare l'informazione riguardante le questioni di politica estera o quelle riguardanti episodi di conflittualità in politica interna. Chi volesse quindi trovare organi slegati dal controllo attuato sistematicamente dall'imperialismo deve necessariamente rivolgersi al web, con tutti i rischi per quanto riguarda la professionalità del servizio offerto. Si possono però segnalare a tal riguardo una serie di organi di informazione e di progetti particolarmente significativi. In primo luogo il lavoro svolto dal “Centro di Cultura e Documentazione Popolare” (fin qui riassunto in CCDP), che da anni lotta contro il revisionismo storico sul piano culturale, ridando spazio ad opere, saggi, articoli, discorsi spesso trascritti ex novo, ma anche a tradurre una serie di contributi provenienti da tutto il mondo. In questo libro si è fatto ampio uso di questo portale, che ha portato avanti un'opera meritoria e lodevole, così come si è fatto ampio uso dei materiali pubblicati sul sito “Marx21”, curato dall'omonima Associazione Politico-Culturale, di cui è stato Presidente Domenico Losurdo e che vede tra le proprie firme alcuni tra i principali intellettuali marxisti italiani. Oltre a svolgere un lavoro di ricerca analitica e culturale in senso ampio (per la quale l'Associazione produce monografie e una rivista cartacea), dando spazio a voci non conformi con quelle del sistema dominante, il portale è diventato negli anni un prezioso punto di riferimento per le questioni di politica estera, sforzandosi di tradurre analisi, comunicati, documenti dei partiti comunisti di tutto il mondo. In tal senso la principale ma non esclusiva fonte è il portale “Solidnet”, che raccoglie i comunicati provenienti da tutti i principali partiti comunisti del mondo, nelle diverse lingue nazionali spesso tradotte in altre lingue. Rilevante è poi l'Archivio di tutti i materiali pubblicati sulla rivista L'Ernesto, che ha permesso di non disperdere un patrimonio culturale immenso, preservando un punto di vista di classe su molti aspetti fondamentali della Storia del '900. Sempre sulle questioni internazionali è preziosissimo il lavoro svolto dalla Redazione del giornale online L'Antidiplomatico, che riporta quotidianamente con professionalità notizie spesso censurate provenienti da ogni angolo del mondo, con neutralità ed equidistanza, mostrando però di aver chiari i processi della distorsione mediatica derivanti dal controllo esercitato dall'imperialismo. Negli anni si è rivelato costante e professionale anche il lavoro svolto dal giornale comunista online Contropiano, il quale, grazie al lavoro svolto dalla Rete dei Comunisti e ai contatti con il mondo del sindacalismo di base, ha saputo rivelarsi particolarmente utile soprattutto per la cronaca degli episodi di conflittualità riguardanti la politica interna italiana, ma spesso adeguato anche per quanto riguarda le questioni di politica estera. La testata più recente, in crescita costante grazie alla professionalità e al livello elevato dei suoi contenuti, è il giornale comunista online La Città Futura, settimanale che si presenta non tanto come un portale di informazione diretta degli eventi, quanto piuttosto di rielaborazione critica, analitica in senso marxista, dando spazio anche al dibattito politico e culturale. Segnaliamo ancora che dopo la sospensione avvenuta nel 2012, è stata avviata una nuova serie di Marxismo Oggi, sotto forma di rivista on line. Sul sito sono disponibili i nuovi materiali e l'archivio della serie storica dal 2000 al 2012. La nuova serie si pone l'obiettivo di diventare una vera e propria rivista di ricerca scientifica marxista per un'elaborazione teorica che vada oltre le contingenze politiche. Attualmente il sito ospita una “miscellanea” di saggi e articoli e le prime voci di un dizionario del lessico marxista. Vi sono inoltre molti altri siti web di carattere locale o settoriale che svolgono un lavoro politico utile, ma che diventa qui impossibile elencare con esaustività e precisione.
Non è infine da trascurare ormai il ruolo svolto dai social network per l'informazione, la propaganda e la formazione politica. In questi anni è diventato un importante punto di riferimento la pagina facebook “I Maestri del Socialismo”, che si è posta l'obiettivo di recuperare criticamente nel tempo una serie di contenuti caduti nel dimenticatoio, al fine di riproporli ad un discreto pubblico (la pagina, seguita da 20 mila persone, ha raggiunto in passato tra i 50 mila e i 100 mila contatti settimanalmente con i propri contenuti) con l'obiettivo esplicito di fare da anello di congiunzione tra i settori progressisti italiani e i portali fin qui nominati, attraverso un lavoro culturale e politico. Sempre su facebook da segnalare il piccolo “caso mediatico” della pagina “Pastorizia & Perestrojka”, la quale a fine 2017 conta oltre 150 mila “mi piace”: presentandosi come una pagina goliardica, essa rivela una connessione sentimentale con la cultura filo-sovietica giocando sull'impatto visivo di immagini, testi e video in esplicita polemica con l'appiattimento della sinistra su posizioni socialdemocratiche e riformiste, rivendicando di fatto l'appartenenza ad una Storia scomoda e alternativa. “Pastorizia & Perestrojka”, grazie al suo approccio ironico e umoristico, è senza dubbio il luogo digitale di impostazione filo-comunista più diffuso tra le giovani generazioni. C'è da sospettare che sia anche in reazione alla crescita impetuosa delle pagine “anti-sistema”, di critica e informazione politica, che dall'inizio del 2018 l'azienda di Marx Zuckerberg abbia approvato nuovi criteri che penalizzano enormemente la visibilità delle pagine pubbliche, promuovendo un ritorno di visibilità maggiore alle pagine private degli utenti iscritti. Non c'è da stupirsene troppo dopo quanto detto finora.

cookie