19 Marzo 2024

02. RAZZISMO E NAZIONALISMO

«Nel passato “era d’uso” pensare che il mondo da tempi immemorabili fosse diviso in razze inferiori e razze superiori, in negri e bianchi, i primi refrattari alla civiltà e condannati a essere oggetto di sfruttamento, e i secondi unici depositari della civiltà, chiamati a sfruttare i primi. Oggi questa leggenda deve essere considerata come sfatata e respinta. Uno dei risultati più importanti della Rivoluzione d’Ottobre è che essa ha inferto un colpo mortale a questa leggenda, dimostrando coi fatti che i popoli non europei, liberati e trascinati nella corrente dello sviluppo sovietico, sono atti non meno dei popoli europei a contribuire allo sviluppo di una cultura veramente progredita e di una civiltà veramente avanzata». (Iosif Stalin, da Il carattere internazionale della Rivoluzione d’Ottobre. Per il decimo anniversario dell’Ottobre, 1927)2
Il razzismo, l’oppressione e la discriminazione contro le persone sulla base di caratteristiche a loro ascritte, è una delle manifestazioni più repellente della società borghese. Non è un relitto del passato e neanche un naturale fenomeno dell’essere umano, bensì un’ideologia di oppressione con una storia specifica e una funzione sociale particolare. Il razzismo si è evoluto col risveglio del colonialismo e lo sviluppo del sistema economico capitalista. A differenza di altre ideologie basate su un principio di esclusione, la svalutazione di altre persone viene collegata a caratteristiche e capacità giudicate inalterabili. Il razzismo, nella sua storia, ha assunto le forme e le sfaccettature più svariate. In ogni caso, ha continuato a ricoprire lo stesso ruolo per i padroni: la giustificazione ideologica dello sfruttamento e dell’oppressione. Il razzismo non è solo un’oscenità morale ma un principio organizzativo essenziale della società capitalista. Il mantenimento della struttura dell’economia capitalista richiede che i lavoratori considerino gli altri lavoratori come concorrenti per quanto riguarda il posto di lavoro, lo stato sociale, la scuola, ecc.
Questa è una nota trappola a favore del nazionalismo e del razzismo, i cui effetti Karl Marx3 già andava osservando nel diciannovesimo secolo:
«In tutti i centri industriali e commerciali dell’Inghilterra vi è adesso una classe operaia divisa in due campi ostili, proletari inglesi e proletari irlandesi. L’operaio comune inglese odia l’operaio irlandese come un concorrente che comprime il tenore di vita. Egli si sente di fronte a quest’ultimo come parte della nazione dominante e proprio per questo si trasforma in strumento dei suoi aristocratici e capitalisti contro l’Irlanda, consolidando in tal modo il loro dominio su se stesso. L’operaio inglese nutre pregiudizi religiosi, sociali e nazionali verso quello irlandese. Egli si comporta all’incirca come i bianchi poveri verso i negri negli Stati un tempo schiavisti dell’unione americana. L’irlandese lo ripaga con gli interessi della stessa moneta. Egli vede nell’operaio inglese il corresponsabile e lo strumento idiota del dominio inglese sull’Irlanda. Questo antagonismo viene alimentato artificialmente e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, insomma con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. Esso è il segreto della conservazione del potere da parte della classe capitalistica. E quest’ultima lo sa benissimo. Il malanno non finisce qui. Esso si riproduce al di là dell’oceano. L’antagonismo tra inglesi e irlandesi è il fondamento nascosto del conflitto tra Stati Uniti e Inghilterra. Esso rende impossibile ogni seria e sincera collaborazione tra le classi operaie dei due paesi. Esso permette ai governi dei due paesi, ogni volta che lo ritengano opportuno, di togliere mordente al conflitto sociale sia aizzandoli l’uno contro l’altro, sia, in caso di necessità, mediante la guerra tra i due paesi».
Il razzismo, così facendo, mina alla base l’unico modo per resistere vittoriosamente alle costrizioni giornaliere del sistema: la solidarietà di classe.
A dispetto dell’internazionalizzazione del capitalismo, la borghesia esercita il suo dominio nella forma degli Stati nazionali. Il proletariato invece è una classe internazionale, una classe di migranti. Ogni divisione ne indebolisce le lotte e permette un nuovo giro di vite dello sfruttamento. Per questo motivo compito urgente dei comunisti è quello di lottare senza compromessi contro le idee razziste. L’unico modo di bloccare l’ingranaggio dello sfruttamento consiste nel superamento del sistema capitalista, che genera il razzismo e lo riproduce giorno dopo giorno.
2. I. Stalin, Opere Complete, vol. 10 (agosto-dicembre 1927), Rinascita, Roma 1956, p. 257.
3. K. Marx, Lettera a Sigfrid Meyer e August Vogt, Londra, 9 aprile 1870, all’interno di K. Marx & F. Engels, Opere, vol. XLIII (Carteggio 1868–1870), Editori Riuniti, Roma 1975, pp. 720-721.

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