27 Luglio 2024

4.02. 1989: ROMANIA, CECOSLOVACCHIA E CINA

Concentriamoci ora con maggiore meticolosità a confermare l’assunto espresso nel precedente capitolo, analizzando alcune vicende paradigmatiche della storia contemporanea (e del socialismo reale), che mostrano bene l’importanza decisiva del controllo dell’informazione per scatenare quelle che oggi vengono chiamate “rivoluzioni colorate”. Riportiamo un lungo ma fondamentale testo di Losurdo27 a tal riguardo:
«Nella storia dell’industria della menzogna quale parte integrante dell’apparato industriale-militare dell’imperialismo il 1989 è un anno di svolta. Nicolae Ceausescu è ancora al potere in Romania. Come rovesciarlo? I mass media occidentali diffondono in modo massiccio tra la popolazione romena le informazioni e le immagini del “genocidio” consumato a Timisoara dalla polizia per l’appunto di Ceausescu. Cos’era avvenuto in realtà? Avvalendosi dell’analisi di Debord relativa alla “società dello spettacolo”, un illustre filosofo italiano (Giorgio Agamben) ha sintetizzato in modo magistrale la vicenda di cui qui si tratta:
“Per la prima volta nella storia dell’umanità, dei cadaveri appena sepolti o allineati sui tavoli delle morgues [degli obitori] sono stati dissepolti in fretta e torturati per simulare davanti alle telecamere il genocidio che doveva legittimare il nuovo regime. Ciò che tutto il mondo vedeva in diretta come la verità vera sugli schermi televisivi, era l’assoluta non-verità; e, benché la falsificazione fosse a tratti evidente, essa era tuttavia autentificata come vera dal sistema mondiale dei media, perché fosse chiaro che il vero non era ormai che un momento del movimento necessario del falso. Così verità e falsità diventavano indiscernibili e lo spettacolo si legittimava unicamente mediante lo spettacolo. Timisoara è, in questo senso, l’Auschwitz della società dello spettacolo: e come è stato detto che, dopo Auschwitz, è impossibile scrivere e pensare come prima, così, dopo Timisoara, non sarà più possibile guardare uno schermo televisivo nello stesso modo” […].
Il 1989 è l’anno in cui il passaggio dalla società dello spettacolo allo spettacolo come tecnica di guerra si manifestava su scala planetaria. Alcune settimane prima del colpo di Stato ovvero della “rivoluzione da Cinecittà” in Romania […], il 17 novembre 1989 la “rivoluzione di velluto” trionfava a Praga agitando una parola d’ordine gandhiana: “Amore e Verità”. In realtà, un ruolo decisivo svolgeva la diffusione della notizia falsa secondo cui uno studente era stato “brutalmente ucciso” dalla polizia. A vent’anni di distanza lo rivela, compiaciuto, “un giornalista e leader della dissidenza, Jan Urban”, protagonista della manipolazione: la sua “menzogna” aveva avuto il merito di suscitare l’indignazione di massa e il crollo di un regime già pericolante […].
Qualcosa di simile avviene in Cina: l’8 aprile 1989 Hu Yaobang, segretario del PCC sino al gennaio di due anni prima, viene colto da infarto nel corso di una riunione dell’Ufficio Politico e muore una settimana dopo. Dalla folla di piazza Tienanmen il suo decesso viene collegato al duro conflitto politico emerso anche nel corso di quella riunione […]; in qualche modo egli diviene la vittima del sistema che si tratta di rovesciare. In tutti e tre i casi, l’invenzione e la denuncia di un crimine sono chiamate a suscitare l’ondata di indignazione di cui il movimento di rivolta ha bisogno.
Se consegue il pieno successo in Cecoslovacchia e Romania (dove il regime socialista aveva fatto seguito all’avanzata dell’Armata Rossa), questa strategia fallisce nella Repubblica popolare cinese scaturita da una grande rivoluzione nazionale e sociale. Ed ecco che tale fallimento diviene il punto di partenza di una nuova e più massiccia guerra mediatica, che è scatenata da una superpotenza la quale non tollera rivali o potenziali rivali e che è tuttora in pieno svolgimento. Resta fermo che a definire la svolta storica è in primo luogo Timisoara, “l’Auschwitz della società dello spettacolo”».
27. D. Losurdo, L'industria della menzogna quale parte integrante della macchina di guerra dell'imperialismo, Domenicolosurdo.blogspot.it, 4 settembre 2013. Il testo, a cui sono stati modificati i sottotitoli, termina alla fine del paragrafo 2003: la seconda guerra del golfo.

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