29 Marzo 2024

1.3. LA VITA QUOTIDIANA RACCONTATA DA UN DIRIGENTE AZIENDALE

Gendrik Vartanyan nasce nell'Armenia sovietica nel febbraio 1924 e muore il 10 gennaio 2012. Ha vissuto la maggior parte della propria vita sotto il governo del Partito Comunista in URSS. Si laurea nel 1958 all'Università Statale di Erevan, nell'allora Repubblica Socialista Armena. Subito dopo inizia a lavorare come ingegnere diventando dapprima capo della sua sezione poi supervisore della fabbrica. Gendrik gode di buoni standard di vita dopo aver ottenuto un buon posto di lavoro ed un lauto stipendio. Dopo la caduta dell'URSS le condizioni peggiori costringono Gendrik e la sua famiglia ad emigrare negli USA, in California. Prima di morire ha rilasciato questa testimonianza a Nelli Ohanjanyan5. Si possono trovare molte altre testimonianze chiaramente. Questa è interessante perché proveniente non da un operaio ma da un dirigente aziendale, insomma un esponente dei ceti medi, con evidenti simpatie per l'Occidente liberale ma onesto nel rievocare genuinamente i propri ricordi e le impressioni sulle varie epoche da lui vissute, senza eccedere troppo nei giudizi. Leggiamola e poi ne traiamo alcune conclusioni:
«La vita in Unione Sovietica era interessante. Le persone vivevano tranquillamente e non erano, come dici tu, libere come qui. Tutti avevano un lavoro e non c'erano senzatetto. Le persone avevano i loro stipendi e si occupavano della propria famiglia. Gli stipendi per alcuni non erano molto alti, ma avevano imparato a farseli bastare e oltre al salario alcuni si portavano a casa dei beni dalla fabbrica per scambiarli con i vicini in cambio di ciò che poteva servir loro. Ho fatto molti lavori, la maggior parte dei quali di alto rango. Ho lavorato come ingegnere, supervisore e capo supervisore. Avevo due lavori perché le imprese si fidavano di me. La paga che ricevevo era più che sufficiente. Se paragonata al corrispettivo in dollari USA non era molto, ma i beni necessari per tutti i giorni erano economici quindi lo stipendio era perfetto. Avevamo dei ticket per il cibo, e, talvolta, per i vestiti. Questi ticket erano forniti ai buoni impiegati ma anche ad altri. Tuttavia, a causa di questi benefici, i lavoratori non erano autorizzati a scioperare. In Unione Sovietica, i lavoratori non scioperavano perché non avevano motivo di farlo. Tutti avevano un lavoro e con esso altri benefici. Quelli che non erano soddisfatti del proprio lavoro non erano molti, ma comunque trovavano il modo di prendersi cura delle proprie famiglie. Facevano due lavori, o dei turni extra per fare più soldi. Ad esempio quelli che lavoravano nelle fabbriche di caramelle se ne prendevano un po' e le scambiavano con i loro vicini in cambio di qualcosa di utile. La gente faceva questo col pane, coi vestiti e anche con i chiodi da costruzione. Questo dava loro l'aiuto extra di cui avevano bisogno. C'era un po' di tutto e la disciplina in fabbrica non era molto rigorosa. Uomini e donne erano considerati uguali sul lavoro. Non c'era sessismo, solo differenze tra buoni e cattivi lavoratori. Alle donne poteva capitare di ricevere qualche avvertimento se la loro gonna era troppo corta o se erano vestite in maniera inappropriata. Comunque non c'era nessuna legge o regola che impediva loro di vestirsi come volevano. Le scuole in Unione Sovietica erano eccellenti. L'istruzione era obbligatoria e non c'era modo per non andare a scuola. L'istruzione era gratuita e le scuole sovietiche erano tra le migliori del mondo. Inoltre gli studenti meritevoli ricevevano una borsa di studio per le loro spese quotidiane. Sono vissuto in URSS sotto cinque diversi leader. Dopo Stalin ce n'erano così tanti. Alcuni di loro erano Brežnev, Chruščev e Kosygin. Stalin era il più forte e il suo fu il tempo più duro. Stalin era il più forte perché guidò l'URSS durante la seconda guerra mondiale ed era rigoroso. I suoi successori non erano forti come lui e il paese si indeboliva con ogni leader. Infine Gorbačev divenne leader e l'URSS crollò.
Durante ogni manifestazione, parata e festività, doveva esserci un'immagine del leader per mostrare che il leader era sempre presente. Ogni persona con un ufficio aveva un'immagine del leader sul muro per ricordargli che il leader era la persona più importante. Nelle piazze delle città c'erano statue del leader. In Unione Sovietica c'erano molti giornali. Per citarne alcuni, il Communist [abbiamo mantenuto i nomi in inglese nella traduzione, ndr], il più conosciuto, Social Armenia, Avanguard, Armenia Nightly, e poi Call of Pioneers, inoltre ogni fabbrica stampava le proprie newsletter per i propri lavoratori ogni mese. In più ogni settimana ci arrivavano dei giornali in russo. Tutti i giornali erano sottoposti al potere sovietico. Qualunque cosa scritta sui giornali doveva essere a favore dell'Unione Sovietica o non avere nulla a che fare con il Governo. Non si poteva scrivere nulla di negativo poiché vi era la convinzione che sotto il governo comunista nulla potesse andare storto perché aveva sempre ragione. Quando avveniva una rapina o un omicidio i giornali non erano autorizzati a diffondere la notizia. Sarebbe passato inosservato. Non è come qui che appena succede qualcosa i media lo denunciano immediatamente e la popolazione ne viene informata. No, all'epoca non c'era niente del genere. Ho 69 anni, e non ero a conoscenza dei deragliamenti dei treni o degli incidenti aerei prima di venire negli USA. (Ride) La polizia non era molto diversa dalla polizia che abbiamo qui ora. L'unica differenza è che la polizia sovietica era più severa e le punizioni fisiche, menando il sospettato, non erano rare. Usava le punizioni fisiche come mezzo per ottenere una confessione o sapere i dettagli di un crimine.
Esisteva la corruzione. Tuttavia, all'epoca di Stalin, le persone avevano paura ad avere a che fare con le tangenti, dato che la punizione era molto crudele. Sotto Stalin avresti potuto chiedere lavoro in un negozio e avresti potuto ottenerlo senza corrompere ma dopo la sua morte i nuovi leader non si occuparono più di lottare la corruzione. Le persone a volte erano costrette a corrompere per ottenere qualcosa di semplice, come un posto di lavoro in un negozio di alimentari. Ma quando Stalin era al potere la corruzione era molto rara. La gente aveva paura della polizia e questa paura poneva un freno a un sacco di crimini. Anche se aveva molto potere la polizia non arrestava le persone senza un motivo. C'erano dei ladruncoli ma la polizia non ha mai arrestato un innocente. La polizia era come qui, solo che in URSS, quando prendevano un criminale, potevano punirlo duramente anche prima del processo. Non è come qui, che quando un membro della polizia colpisce una persona la notizia finisce su ogni canale tv, radio e giornale. All'epoca non c'era nulla. La gente sapeva che se fossero stati presi, si sarebbero trovati in una brutta situazione. Le elezioni erano presumibilmente democratiche ma c'era già una persona che si supponeva avrebbe preso il posto dopo le elezioni. Alla gente veniva detto per chi votare. Non vedevano neanche chi stavano votando. Qualcuno con un'autorità superiore nominava la persona che avrebbe dovuto prendere un dato posto, e questa veniva eletta, e le chiamavano elezioni democratiche. Non esisteva campagna elettorale perché il candidato era già stato eletto. L'economia al tempo era debole poiché si trattava di un paese nuovo con una nuova economia. Tuttavia tutto veniva calcolato. Gli economisti del paese erano buoni allora. Il paese aveva degli obiettivi fissi ogni cinque anni. In 5 anni i direttori di fabbrica avrebbero dovuto raggiungere quegli obiettivi, e poi quelli nuovi. In caso di fallimento, i direttori avrebbero perso il loro lavoro. Ogni anno gli economisti pensavano a modi migliori per spendere i soldi del governo e a come produrre con minor costi alcuni beni essenziali al paese. Le imprese private non esistevano in Unione Sovietica. Tutto era proprietà del governo o comunque veniva tassato. Anche un ciabattino non era un libero professionista ma doveva andare in fabbrica. Un sarto che lavorava da casa doveva pagare le tasse per il proprio lavoro. Non come qui, dove puoi aprire una tua impresa. Non esisteva niente di simile. Tutto era proprietà del governo.
Gli oggetti quotidiani erano più economici rispetto al resto del mondo. Tuttavia ciò che non era necessario costava molto. Pane, zucchero e verdure costavano pochi centesimi, mentre una tv costava il doppio rispetto a quanto l'avrebbero venduta qui. Le cose da usare nel corso degli anni costavano molto, perché comunque uno di essi bastava, come una tv o una lavatrice, ma gli oggetti di tutti i giorni erano economici. Per avere un'auto bisognava firmare su una lista di ordini, e ci volevano due anni per averla. I mobili costavano molto. Per farli consegnare velocemente dovevi corrompere qualcuno per finire in cima alla lista. E questo costava. Le cose essenziali costavano di meno rispetto a qui. Il governo aveva capito che le persone avevano bisogno di queste cose per vivere una vita normale. Per qualcosa come 50 anni nei quali ho vissuto in URSS ogni anno il governo abbassava i prezzi e li teneva bassi per un mese. La ragione era che in quel mese le imprese avrebbero prodotto di più, mentre le persone avrebbero comprato diversi beni necessari per un anno. Non si abbassavano di molto, circa dieci o venti dollari. Però ciò aiutava quelle persone che non potevano permettersi un paio di cosette. Durante la sua storia l'URSS inviò aiuti a circa 43 paesi in tutto il mondo. Verso il 1963 un mio amico mi disse che a Cuba avevano aperto un'università intitolata a Lenin. Quindi l'URSS inviava milioni di aiuti ogni mese per aiutare gli studenti. Almeno 50 milioni di dollari ogni mese andavano ai paesi africani. Servivano anche a migliorare l'immagine pubblica dell'URSS per qualsiasi evenienza. Trattavano gli stranieri meglio di come trattavano i cittadini. Il lato negativo è che non avevamo contatti con l'Occidente, gli USA. Se avevi dei contatti con quel paese potevi perdere il posto di lavoro. Eravamo curiosi dell'America però. Vedevamo i film e ci chiedevamo com'era davvero».
Alcune osservazioni sulla base del seguente racconto:
1. Stalin, da sempre accusato di essere un burocrate, viene qui descritto come un feroce castigatore di ogni forma di corruzione, la quale invece inizia a prosperare sempre più con i leader successivi (probabile allusione a Chruščev e Brežnev), diventando un fenomeno assai diffuso ad ogni livello.
2. Emerge un lassismo notevole nella sorveglianza dei beni comuni.
Gli operai rubacchiano a proprio piacimento senza subire controlli e in tranquillità.
3. Vengono ribaditi, quasi con orgoglio, il primato dell'istruzione, l'accesso pressoché universale ai beni primari ed essenziali per una vita dignitosa e l'attenzione del Governo a garantire con qualche trucchetto le possibilità di trarre benefici anche ai meno abbienti.
4. C'è piena consapevolezza popolare del ruolo internazionalista dell'URSS, ma allo stesso tempo sembra mancare completamente una campagna di formazione politica che ne spieghi il senso profondo, collegandolo al ruolo nefasto degli USA e alle restrizioni perduranti ai diritti civili e politici. Manca cioè la consapevolezza che la dittatura del proletariato sia necessaria per mantenere lo scontro internazionale di classe. Che una persona di media cultura non ne abbia cognizione è grave, simbolo di ignoranza o di mancanza di fiducia.
5. D'altronde emerge bene come ormai certe pratiche, quali ad esempio quella dei ritratti dei leader imperversanti ovunque, o la burocratizzazione del momento elettorale, fossero pratiche inadeguate per una società assai più sviluppata e acculturata rispetto a quella delle prime fasi della costruzione del socialismo.
6. Lo stesso controllo stringente della stampa, giunto al punto da impedire la diffusione di qualsiasi notizia di cronaca nera, è un altro aspetto non solo inutile, ma deleterio, andando a deresponsabilizzare il popolo, scollegandolo dalle problematiche quotidiane. Anche su questo aspetto si può notare tutta la distanza con le pratiche attuate nell'epoca Stalin, durante la quale non mancano articoli critici e autocritici della Direzione del Partito, che lavorava per mobilitare le masse a scalzare i burocrati fossilizzati sulle proprie posizioni.
7. Per essere una dittatura si può constatare come la polizia, nonostante una maggiore brutalità e severità, non arresti nessuno in maniera arbitraria.
8. Si può infine notare come, in una persona abbastanza disinteressata, quasi annoiata, da una politica vista come lontana e distante, sorgano stimoli intellettuali e curiosità verso realtà diverse e lontane. Il riferimento agli USA è dovuto in primo luogo al suo cinema, capace di attirare l'interesse mostrando una realtà completamente diversa rispetto a quella sovietica. La CIA era ben cosciente dell'enorme ruolo culturale assunto da Hollywood nella guerra fredda, come vedremo.
Ora però dopo la testimonianza di un quadro intermedio aziendale, lasciamo una nota di colore ad un esempio di “homo novus sovieticus”.
5. Tratta da N. Ohanjanyan, Life in the Soviet Union – Gendrik Vartanyan, Clarkhumanities.org. Per maggiori info sulla vita quotidiana in URSS si consiglia V. Kalpackian, La vita quotidiana nell’Unione Sovietica all’epoca di Chruščev, Academia.edu.
6. Per questa e altre foto: B. Montini, Urss, vita quotidiana ai tempi di Stalin: le foto (a colori) mai viste, Corriere della Sera (web), 17 maggio 2017.

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