29 Marzo 2024

3.1. L'OLIGOPOLIO EDITORIALE IN ITALIA

Analizziamo ora la situazione di un paese tra i più sviluppati del mondo, l’Italia, attraverso un’eccellente analisi realizzata da Salvatore Vicario nel 201412, che riproponiamo divisa in tre parti. La prima, qui di seguito, mostra il tasso di concentrazione del mondo editoriale e la capacità di controllo di esso da parte dei grandi monopoli capitalisti:
«La Mondadori, è controllata dal Gruppo Fininvest la holding che detiene tutte le proprietà di Silvio Berlusconi che controlla e partecipa al 40,07% alla Mediaset, al 53,06% alla Mondadori, al 100 % al A. C. Milan, al 35,1% al Gruppo Mediolanum, al 100% al Teatro Manzoni e al 2,06 % alla Mediobanca. La Mondadori possiede il 39,27 % de il Giornale (9° quotidiano per diffusione) il cui restante 60,73% è di proprietà di Paolo Berlusconi (fratello di Silvio). La stessa Mondadori possiede le Case Editrici: Libreria Mondadori, Giulio Einaudi Editore, Edizioni Piemme, Sperling & Kupfer. Possiede inoltre la Radio “Radio 101” e i periodici Panorama, TV Sorrisi e Canzoni, Grazia, Donna Moderna, Chi, Flair, Focus, Geo, Interni, Jack, Men’s Health, Sale & Pepe, Starbene, Telepiù, TuStyle, Icon, Wellness, inTavola.
L’Espresso di Carlo De Benedetti controlla la casa pubblicitaria A. Manzoni & C., il quotidiano La Repubblica (2° quotidiano per diffusione), le radio e Tv “Radio Dee Jay” e “TV Dee Jay”, “Radio Capital” e “Radio Capital Tv”, “Repubblica Tv” e “Onda Latina”, i periodici L’Espresso, National Geographic, Le Scienze, Mente, Limes, Micromega, e i quotidiani locali Alto Adige, Trentino, Corriere Alpi, il Centro, Gazzetta di Mantova, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, il Mattino di Padova, Messaggero Veneto, La Nuova, La Nuova Ferrara, Il Piccolo, La Provincia, Il Tirreno, La Tribuna di Treviso, La Città, La Sentinella. Le azioni del gruppo Espresso appartengono al 53.8% alla CIR (Compagnie Industriali Riunite) S.p.A. che è una holding italiana controllata al 46% dalla COFIDE holding finanziaria della famiglia De Benedetti, gruppo industriale attivo nell’energia, nei media, nella componentistica auto, nella sanità e negli investimenti non-core (venture capital, private equity e altri investimenti). Il gruppo CIR registra un fatturato di circa 5 miliardi, con circa 14mila dipendenti. Le principali partecipazioni, oltre al gruppo Espresso, sono la Sorgenia Holding S.p.A che controlla il 79,7% di Sorgenia S.p.A. uno dei principali operatori del mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale. La Sogefi S.p.A. al 58.3%, azienda operante nella componentistica per auto che controlla 4 marchi: TECNOCAR, PURFLUX, FIAAM, FRAM. Infine la KOS S.p.A. al 51.3% che possiede circa 60 strutture sanitarie e 5.059 posti letto. La COFIDE (Gruppo De Benedetti) oltre alla CIR, partecipa alla Società Finanza Attiva S.p.A (89%), alla Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni S.p.A., alla Cofide International S.p.A. (100%), alla Cofidefin Servicos de Consultoria Lda. Come azionisti di COFIDE, troviamo anche il Credit Suisse (al 7.66%). Nella CIR troviamo invece come azionisti la Bestinver Gestion (11,3%) e la Norges Bank (2,7%).
Nel Cda del Gruppo Espresso troviamo Sergio Erede, amministratore di Luxottica (di Del Vecchio, secondo uomo più ricco d’Italia, e tra i suoi maggiori azionisti troviamo la Deutsche Bank); Luca Paravicini Crespi, consigliere della Piaggio dei Colaninno (dove siede accanto a Vito Varvaro, il quale a sua volta è anche nel Cda della Tod’s di Diego Della Valle) e figlio di Giulia Maria Crespi, ex direttore editoriale del Corriere ed ex presidente del Fai; e Mario Greco, consigliere di Indesit Company (dove siede anche Emma Marcegaglia) e della Saras di Massimo Moratti (rappresentato anche nel Cda del Corriere attraverso i consiglieri del gruppo Pirelli di proprietà di Tronchetti Provera), una delle massime società italiane nel settore petrolifero e energetico, di cui possiedono azioni di minoranza anche la Rosneft (compagnia petrolifera del governo russo) e Assicurazioni Generali.
Passiamo al Gruppo Editoriale RCS che possiede i quotidiani Corriere della Sera (1° quotidiano italiano) e La Gazzetta dello Sport (4° quotidiano italiano), le Case Editrici “Rizzoli”, “Bompiani”, “Fabbri Editori”, “Marsilio”, “Lizard”, “RCS Collezionabili”, “SuperPocket”, “Firme ORO”, “Sonzogno”, “Skira”, “Archinto”, “Adelphi”, “Etas”. Inoltre possiede le Radio e Tv, “Radio 105”, “Radio MonteCarlo”, “Virgin”, “Lei”, “Dove Tv”, e i periodici Oggi, Cucino, Novella, Visto, Astra, Ok, Domenica Quiz, Quiz mese, Sette, Dove, Y&S, Corriere Erboristica, Amica, A, Io, Style, Max, CA casamica, Case da Abitare, Il Mondo, L’Europeo, Costruire, Abitare. L’Azionariato della RCS è così composto: Fiat S.p.A. al 20,55% (Famiglia Agnelli), Mediobanca S.p.A. (15,45 %), Diego Della Valle (8,99%) tramite la Dorint Holding S.p.A. e la Di.Vi. Finanziaria di D.Della Valle&C., la Finsoe S.p.A. al 5.65% tramite la Fondiaria Sai S.p.A., la Milano Assicurazioni, la Saifin S.p.A. e la Siat S.p.A., la Pirelli (5,44%), Intesa Sanpaolo (6,54%), Banco di Napoli, Cassa di Risparmio del Veneto, Benetton e l’elenco è ancora lungo. Andando ad analizzare il Cda della RCS troviamo Carlo Pesenti consigliere di Italcementi, Unicredit, Italmobiliare e Mediobanca; Fulvio Conti amministratore delegato e Direttore Generale della società Enel, vicepresidente di Confindustria che nel 2012 ha partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg in Virginia USA.
Il Gruppo Editoriale Il Sole 24 Ore appartiene alla Confindustria (quindi diretta espressione dei desiderata dei principali gruppi industriali del paese) e controlla il quotidiano Il Sole 24 Ore (3° quotidiano italiano), le radio “Radio 24” e “Radio 24 Ore Radiocor”, e i periodici English24, l’Impresa, Aspenia, Ristrutturare, Applicando. Nel suo Cda siedono, fra gli altri, Giancarlo Cerutti, consigliere di amministrazione della Saras (Moratti); Luigi Abete, presidente della BNL (gruppo Paribas); Antonio Favrin, collega di Cda, in Safilo Group, di Ennio Doris, che siede in Mediolanum della famiglia Berlusconi e in Mediobanca. Gruppo Editoriale “Poligrafici” possiede i quotidiani QN-La Nazione (11° quotidiano italiano), Il Resto del Carlino (7° quotidiano italiano), Il Giorno (20° quotidiano italiano) e i periodici Cavallo, Onda Tivù e L’Enigmistica. Il Gruppo è legato anche a Telecom Italia, Generali Assicurazioni e Gemina (attraverso Massimo Paniccia e Aldo Minucci) e alla Premafin della famiglia Ligresti.
Editore Caltagirone è di proprietà della Famiglia Caltagirone che possiede la Caltagirone S.p.A. una holding cui fanno capo le attività del gruppo Caltagirone nei settori dei grandi lavori, del cemento, immobiliare, finanziario e dell’editoria, Cementir S.p.A. (4° produttore di cemento in Italia e in Turchia, mentre in Scandinavia è il principale produttore di cemento bianco e calcestruzzo), Vianini Lavori S.p.A. (opera dal 1890 nei settori più avanzati dell’ingegneria civile e nell’industria dei manufatti in cemento e annovera tra i principali clienti anche la Enel e FS) e Vianini Industria S.p.A. attiva nella realizzazione di strutture (tubi, piloni, prodotti idraulici) in cemento oltre che di materiali per l’armamento ferroviario. Inoltre, partecipa in Assicurazioni Generali, Unicredit, Acea e Grandi Stazioni. Possiede l’azienda pubblicitaria “PIEMME” e i quotidiani Il Messagero (6° quotidiano italiano), Leggo, il Gazzettino (15° quotidiano italiano), Corriere Adriatico, In Città, il Mattino (19° quotidiano italiano) e la Tv “Telefriuli”.
L’“Editrice La Stampa” possiede il quotidiano La Stampa (5° quotidiano italiano), di proprietà del gruppo Fiat tramite la Holding Itedi con Presidente J. Elkann. L’Unità (giornale del PD) appartiene al gruppo Tiscali società di telecomunicazioni di Renato Soru nel cui consiglio d’Amministrazione siede Maurizio Carfagna consigliere di Mediolanum e Victor Uckmar che troviamo anche in Class dei Fratelli Panerai che controllano Milano Finanza e Italia Oggi (14° quotidiano italiano). Il Gruppo Tosinvest di Angelucci, proprietario di un impero fatto di cliniche e strutture sanitarie (fra cui l’ospedale S. Raffaele di Roma), possiede i quotidiani Libero (13° quotidiano italiano) e il Riformista. Senza dimenticare il quotidiano l’Avvenire (10° quotidiano italiano) di proprietà della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) tramite la Fondazione di Religione “Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena” che possiede anche la rete TV2000. Rimanendo nei maggiori quotidiani possiamo vedere quindi che nella proprietà e Consiglio d’Amministrazione del Corriere della Sera sono presenti i maggiori gruppi industriali e finanziari (bancari e assicurazioni), come la Fiat, Pirelli, Tod’s (Della Valle), Gruppo Indesit, Italcementi (Marcegaglia), Italmobiliare, Acciaierie Lucchini, Telecom, Generali, Fondiaria, Unicredit, Intesa San Paolo e Mediobanca ecc… A La Repubblica, la Piaggio, Luxottica, la Saras (Moratti) che troviamo anche nel Sole 24 Ore e nel Corriere della Sera ecc…, frutto di uno studio inchiesta effettuato qualche anno fa, si può evidenziare in modo molto chiaro e nitido il complesso groviglio descritto finora considerando inoltre che ogni gruppo ha partecipazioni a vari livelli in altri gruppi finanziari e industriali. Un complesso groviglio di testate, gruppi e nomi di tecnici intermediari (ossia quelle figure come avvocati, consulenti, commercialisti, che compaiono in questi e quelli Cda a rappresentare gli interessi di uno o più gruppi) che rappresentano gli interessi di un’unica classe. La linea editoriale è ciò che distingue una testata giornalistica da un’altra, cioè la missione strategica dalla quale si scelgono e analizzano le notizie. Essa si forma a partire dal proprietario e dal luogo decisionale delle società capitalistiche, ossia il Consiglio d’Amministrazione (Cda). Come abbiamo per l’appunto già visionato (in modo ancora poco approfondito, ma in modo già sufficiente per capire), essi sono composti da gruppi e uomini direttamente legati ai grandi gruppi industriali e finanziari che controllano quindi direttamente l’informazione secondo i propri interessi, facendo passare quello che in realtà è un monopolio per “pluralismo”».
12. S. Vicario, I monopoli della comunicazione e la libertà di stampa nel capitalismo, Senza Tregua, 5 maggio 2014.

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