28 Marzo 2024

05. MAO E LA CINA ALLEATI DELL'URSS DI LENIN E STALIN

«Se l’Unione Sovietica non fosse esistita, se non ci fosse stata la vittoria sul fascismo nella seconda guerra mondiale, se l’imperialismo giapponese non fosse stato sconfitto, se non fossero sorte le democrazie popolari, se le nazioni oppresse dell’Oriente non fossero insorte, e se non ci fosse stata la lotta tra le masse di popolo e i dirigenti reazionari degli Stati Uniti, dell’Inghilterra, della Francia, dell’Italia, del Giappone e di altri paesi capitalisti, se tutti questi fattori non si fossero combinati, le forze reazionarie internazionali che si gettavano su di noi sarebbero state incomparabilmente più forti di quello che non siano ora. Avremmo potuto vincere in tali circostanze? Evidentemente no». (Mao Tse-tung)32
In ogni suo scritto Mao ha sempre elogiato il ruolo della Rivoluzione d'Ottobre e dell'URSS costruita da Lenin e Stalin.
L'articolo che segue ne è un esempio:
«ricordo un noto articolo di Stalin scritto nel 1918 nel primo anniversario di quella rivoluzione. In quell'articolo Stalin diceva: “Il grande significato mondiale della Rivoluzione d'Ottobre consiste principalmente nel fatto che essa:
1) ha allargato i limiti della questione nazionale, trasformandola da questione particolare della lotta contro l'oppressione nazionale in Europa nella questione generale della liberazione dei popoli oppressi, delle colonie e delle semicolonie dal giogo dell'imperialismo;
2) ha aperto ampie possibilità e vie efficaci per giungere a questa liberazione, rendendo notevolmente più facile ai popoli oppressi dell'Occidente e dell'Oriente la loro liberazione, spingendoli nell'alveo generale della lotta vittoriosa contro l'imperialismo;
3) per questo stesso motivo ha gettato un ponte tra l'Occidente socialista e l'Oriente oppresso, costituendo un nuovo fronte della rivoluzione che dai proletari dell'Occidente, attraverso la rivoluzione della Russia, giunge fino ai popoli oppressi dell'Oriente, contro l'imperialismo mondiale
”.
La storia si è sviluppata nella direzione indicata da Stalin. La Rivoluzione d'Ottobre ha aperto ai popoli del mondo ampie possibilità e vie efficaci per la loro liberazione; ha creato contro l'imperialismo mondiale un nuovo fronte della rivoluzione che dai proletari dell'Occidente, attraverso la rivoluzione russa, si estende fino ai popoli oppressi dell'Oriente. Questo fronte della rivoluzione è stato creato e si è sviluppato sotto la saggia guida di Lenin e, dopo la morte di Lenin, sotto quella di Stalin. […] Il fronte unito rivoluzionario mondiale con l'Unione Sovietica alla testa ha sconfitto la Germania, l'Italia e il Giappone fascisti. Questo è un risultato della Rivoluzione d'Ottobre. Se non vi fosse stata la Rivoluzione d'Ottobre, se non vi fossero stati il Partito comunista dell'Urss, l'Unione Sovietica e il fronte unito rivoluzionario antimperialista in Occidente e in Oriente diretto dall'Unione Sovietica, si poteva concepire la vittoria sulla Germania, l'Italia e il Giappone fascisti e sui loro lacchè? Se la Rivoluzione d'Ottobre ha creato ampie possibilità per l'emancipazione della classe operaia e dei popoli oppressi del mondo e ha aperto vie concrete verso di essa, la vittoria riportata nella seconda guerra mondiale antifascista ha creato possibilità ancora più ampie per la loro emancipazione e ha aperto vie ancora più concrete verso di essa. Sarebbe un gravissimo errore sottovalutare il significato della vittoria riportata nella seconda guerra mondiale. Dopo la vittoria riprotata nella seconda guerra mondiale, l'imperialismo americano con i suoi lacchè nei diversi paesi ha preso il posto della Germania, dell'Italia e del Giappone fascisti»,
(da Forze rivoluzionarie di tutto il mondo unitevi per combattere l'aggressione imperialista,
Per una pace stabile, per una democrazia popolare
, n° 21, novembre 1948)
Quando Stalin muore, in Cina viene proclamato un lutto di tre giorni e Mao manda questo telegramma a Chvernik, Presidente del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS:
«è con infinito dolore che il popolo, il governo cinese e io stesso abbiamo appreso la notizia del decesso del compagno Stalin, l’amico più vicino e la grande guida del popolo cinese. È una perdita inestimabile non solo per il popolo sovietico ma anche per il popolo cinese, per tutto il fronte della pace e della democrazia e anche per tutti i popoli che desiderano la pace. È a nome del popolo e del governo cinese e a nome mio che presento al popolo e al governo sovietici i nostri sentimenti di profondissimo dolore. La vittoria della rivoluzione del popolo cinese è inseparabile dall’attenzione, dalla direzione e dal sostegno che il compagno Stalin ci ha accordato durante più di trent’anni. Dopo la vittoria della rivoluzione del popolo cinese, il compagno Stalin e, sotto la sua direzione, il popolo e il governo sovietici hanno accordato un aiuto totalmente disinteressato al popolo cinese nel suo compito di ricostruzione. Il popolo cinese non dimenticherà mai questa così profonda amicizia che il compagno Stalin gli ha manifestato. La luce che illuminava il compagno Stalin rischiarerà per sempre la via sulla quale avanza il popolo cinese. […] il glorioso partito di Lenin e di Stalin, il grande popolo e il governo sovietici possono contare sulla fiducia e sul sostegno totale e fraterno del popolo e del governo cinesi. Il popolo cinese s’unirà strettamente e per sempre al popolo sovietico con la più grande risolutezza, consoliderà e svilupperà il fronte della pace e della democrazia, che ha alla sua testa l’Unione Sovietica, aumenterà la sua vigilanza, raddoppierà i suoi sforzi, batterà i guerrafondai, lotterà fino in fondo per gli interessi dei popoli sovietico e cinese, per la pace e la sicurezza nel mondo. Io sono convinto che i popoli lavoratori e tutta l’umanità progressista amante della pace si uniranno a noi per avanzare nell’orientamento indicato dal compagno Stalin e per assumere l’incarico sacro del mantenimento della pace nel mondo».
(dal Telegramma di condoglianze per la morte di Stalin, 6 marzo 1953)
È da notare che l'alleanza strategica con l'URSS rimane salda per tutto il primo periodo di esistenza della Repubblica Popolare Cinese, nonostante non manchino le divergenze (tattiche, ma non strategiche) tra Mao e Stalin. Quest'ultimo, prima del 1949, non credeva che i comunisti cinesi sarebbero riusciti a prendere il potere a breve e aveva suggerito a Mao di allearsi al Kuomintang come partner minore in un governo di coalizione. Mao in tale occasione accetta malvolentieri il consiglio, pur ritenendo che il leader sovietico sottovalutasse il potenziale del movimento comunista e rivoluzionario cinese. Ciò non ha incrinato il rapporto di solidarietà tra i due partiti. Nel caso specifico, Mao provò a cercare un accordo negoziale con i nazionalisti, venendo però boicottato da Chiang Kai-shek.
L'autonomia del Partito Comunista Cinese è stata maggiore rispetto a quella dei partiti dell'Europa orientale, ed è dovuta anche al fatto di essere riusciti a creare un governo comunista nel paese più popolato del mondo «con una limitata assistenza da parte di Mosca». Di fronte alle manovre destabilizzatrici statunitensi Stalin incoraggia Mao, una volta preso il potere,
«a creare un governo centrale e garantì aiuti per lo sviluppo del paese, riconoscendo anche un ruolo peculiare al PCC nella promozione del movimento comunista in Asia. E i comunisti cinesi non disconobbero mai il sostegno sovietico in quella fase e il riconoscimento del ruolo svolto dalla direzione staliniana. […] Nel febbraio 1950, dopo la visita di Mao a Mosca, venne firmato il trattato sino-sovietico di amicizia, alleanza e assistenza reciproca. Fu grazie ad esso che la RPC pose le basi strategiche della propria fase iniziale di industrializzazione».33
32. Citato in S. Ricaldone, 1949: nasce la Repubblica Popolare cinese, cit.
33. F. Sorini, Note sulla politica internazionale della Cina, in A.V., Marx in Cina. Appunti sulla Repubblica Popolare Cinese oggi, Marx Ventuno, n° 2-3, 2015, pp. 113-114.

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