23 Aprile 2024

8.09. LA POSIZIONE DI LENIN SUL LIBERO AMORE

In stretto collegamento con quanto affermato dalla Ciattini, presentiamo un estratto da Lenin e il movimento femminile scritto da Clara Zetkin nel 1925104. Si vedrà che la tematica non è nuova nel movimento comunista. Vediamo che tipo di risposte vi ha dato Lenin:
«Molti accusano anche me di filisteismo. Ma ciò non mi turba. Gli uccellini appena usciti dall’uovo delle concezioni borghesi, si credono sempre terribilmente intelligenti. Bisogna rassegnarsi. Il movimento dei giovani è anch’esso contaminato dalla tendenza moderna e dalla predilezione smisurata per i problemi sessuali. […] Mi hanno detto che i problemi sessuali sono anche un argomento favorito delle vostre organizzazioni giovanili. Non mancano mai relatori su questo argomento. Ciò è particolarmente scandaloso, particolarmente deleterio per il movimento dei giovani. Questi argomenti possono facilmente contribuire ad eccitare, a stimolare la vita sessuale di certi individui, a distruggere la salute e la forza della giovinezza. Voi dovete lottare anche contro questa tendenza. Il movimento delle donne e quello dei giovani hanno molti punti di contatto. Le nostre donne comuniste devono fare dovunque, insieme coi giovani, un lavoro sistematico. Ciò avrà per effetto di elevarle, di trasportarle dal mondo della maternità individuale in quello della maternità sociale. È necessario contribuire ad ogni risveglio della vita sociale e dell’attività della donna, per consentirle di elevarsi al di sopra della mentalità ristretta, piccolo-borghese, individualista della sua vita domestica e familiare. Anche da noi, una gran parte della gioventù lavora assiduamente a rivedere la concezione borghese della “morale” nei problemi sessuali. Ed è, debbo dirlo, l’elite della nostra gioventù, quella che realmente promette molto. Come voi avete rilevato, nelle condizioni create dalla guerra e dalla rivoluzione, gli antichi valori ideologici crollano, perdono di forza. I nuovi valori non si cristallizzano che lentamente, con la lotta. Le concezioni sui rapporti tra l’uomo e la donna sono sconvolte, come anche i sentimenti e le idee. Si delimitano di nuovo i diritti dell’individuo e quelli della collettività e, quindi, i doveri dell’individuo. È un processo lento e spesso doloroso di deperimento e di degenerazione. Ciò è egualmente vero nel campo dei rapporti sessuali, per il matrimonio e la famiglia. La decadenza, la putrefazione, la melma del matrimonio borghese, con le sue difficoltà di scioglimento, con la libertà per il marito e la schiavitù per la moglie, la menzogna infame della morale sessuale e dei rapporti sessuali riempiono gli uomini migliori di un disgusto profondo. Il giogo che le leggi dello Stato borghese fanno pesare sul matrimonio e la famiglia aggrava ancora il male e rende i conflitti più acuti. È il gioco della “sacrosanta proprietà” che sanziona la venalità, la bassezza, l’oscenità. E l’ipocrisia convenzionale della società borghese “per bene” fa il resto. La gente comincerà a rivoltarsi contro queste deformazioni della natura. E nell’epoca in cui vacillano Stati potenti, le antiche forme di dominazione scompaiono, tutto un mondo sociale perisce, i sentimenti dell’individuo isolato si modificano rapidamente. Si diffonde una sete ardente di facili piaceri. Le forme del matrimonio e i rapporti tra i sessi nel senso borghese non soddisfano più. In questo campo si approssima una rivoluzione che corrisponde alla rivoluzione proletaria. Si capisce che tutta questa matassa straordinariamente intricata di questioni preoccupi profondamente tanto le donne quanto i giovani. Gli uni e le altre soffrono particolarmente dell’odierna confusione dei rapporti sessuali. La gioventù protesta contro questo stato di cose con la foga chiassosa propria dell’età. È comprensibile. Nulla sarebbe più falso che predicare alla gioventù l’ascetismo monastico e la sanità del sudiciume borghese. Ma non è bene, secondo me, che i problemi sessuali, posti in primo piano da cause naturali, divengano in questi anni la preoccupazione principale dei giovani. Le conseguenze talvolta potrebbero essere fatali. Nel suo nuovo atteggiamento nei riguardi delle questioni concernenti la vita sessuale, la gioventù si richiama naturalmente ai principi, alla teoria. Molti qualificano la loro posizione come “rivoluzionaria” e “comunista”. Essi credono sinceramente che sia così. A noi vecchi non ce la danno a intendere. Benché io non sia affatto un asceta malinconico, questa nuova vita sessuale della gioventù, e spesso anche degli adulti, mi appare molto spesso come del tutto borghese, come uno dei molteplici aspetti di un lupanare borghese. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la “libertà dell’amore”, cosi come noi comunisti la concepiamo. Voi conoscete senza dubbio la famosa teoria secondo la quale, nella società comunista, soddisfare i propri istinti sessuali e il proprio impulso amoroso è tanto semplice e tanto insignificante quanto bere un bicchier d’acqua. Questa teoria del “bicchier d’acqua” ha reso pazza la nostra gioventù, letteralmente pazza. Essa è stata fatale a molti giovani e a molte ragazze. I suoi sostenitori affermano che è una teoria marxista. Bel marxismo quello per cui tutti i fenomeni e tutte le modificazioni che intervengono nella sovrastruttura ideologica della società si deducono immediatamente, in linea diretta e senza alcuna riserva, unicamente dalla base economica! La cosa non è così semplice come ha l’aria di esserlo. Un certo Friedrich Engels, già da molto tempo, ha sottolineato in che consiste veramente il materialismo storico. Io considero la famosa teoria del “bicchier di acqua” come non marxista e antisociale per giunta. Nella vita sessuale si manifesta non solo ciò che noi deriviamo dalla natura ma anche il grado di cultura raggiunto, si tratti di cose elevate o inferiori. Engels, nella sua Origine della famiglia, mostra l’importanza propria dello sviluppo e dell’affinamento dell’impulso sessuale in rapporto all’individuo. I rapporti tra i sessi non sono semplicemente l’espressione del giuoco della economia sociale e del bisogno fisico, dissociati in concetti mediante un’analisi psicologica. La tendenza a ricondurre direttamente alla base economica della società la modificazione di questi rapporti, al di fuori della loro relazione con tutta l’ideologia, sarebbe non già marxismo, ma razionalismo. Certo, la seta deve essere tolta. Ma un uomo normale, in condizioni ugualmente normali, si butterà forse a terra nella strada per bere in una pozzanghera di acqua sporca? Oppure berrà in un bicchiere dagli orli segnati da decine di altre labbra? Ma il più importante è l’aspetto sociale. Infatti, bere dell’acqua è una faccenda personale. Ma, nell’amore, vi sono interessate due persone e può venire un terzo, un nuovo essere. È da questo fatto che sorge l’interesse sociale, il dovere verso la collettività. Come comunista, io non sento alcuna simpatia per la teoria del “bicchier d’acqua”, benché porti l’etichetta del “libero amore”. Per di più, oltre a non essere comunista, questa teoria non è neppure nuova. Voi vi ricordate certamente ch’essa è stata “predicata” nella letteratura romantica verso la metà del secolo passato come “emancipazione del cuore”, che la pratica borghese cambiò poi in “emancipazione della carne”. Allora si predicava con maggior talento d’oggi. Quanto alla pratica, non posso giudicarne. Io non voglio affatto, con la mia critica, predicare l’ascetismo. Sono lontanissimo da ciò. Il comunismo deve apportare non l’ascetismo, ma la gioia di vivere e il benessere fisico, dovuti anche alla pienezza dell’amore. Secondo me l’eccesso che si osserva oggi nella vita sessuale non produce né la gioia né il benessere fisico ma, al contrario, li diminuisce. Ora, in tempi rivoluzionari, ciò è male, molto male. La gioventù particolarmente ha bisogno della gioia di vivere e del benessere fisico. Sport, ginnastica, nuoto, escursioni, ogni sorta di esercizi fisici, variati interessi intellettuali, studi, analisi, ricerche: imparare, studiare, ricercare quanto più è possibile in comune. Tutto ciò darà alla gioventù molto di più delle teorie e delle discussioni interminabili sulla questione sessuale, sulla cosiddetta maniera di “godere la vita”. Mente sana in corpo sano. Né monaco né don Giovanni e nemmeno, come mezzo termine, un filisteo tedesco. Voi conoscete bene il vostro giovane compagno Huz. È un giovane perfetto, ricco di doti, ma temo che non ne venga nulla di buono. Si agita e si getta da un’avventura amorosa ad un’altra. Ciò è un male, per la lotta politica e per la rivoluzione. Io non garantirei, riguardo alla sicurezza e alla fermezza nella lotta, delle donne il cui romanzo personale si intreccia con la politica, né degli uomini che corrono dietro ad ogni gonnella e si lasciano incantare dalla prima ragazza. No, questo non è compatibile con la Rivoluzione. […] La rivoluzione esige concentrazione, tensione delle forze. Dalle masse e dagli individui. Essa non può tollerare stati orgiastici, del genere di quelli propri delle eroine e degli eroi decadenti di D’Annunzio. Gli eccessi nella vita sessuale sono un segno di decadenza borghese. Il proletariato è una classe che sale. Non ha bisogno di inebriarsi, di stordirsi, di eccitarsi. Non chiede di ubriacarsi né con eccessi sessuali né con alcol. Non deve dimenticare e non dimenticherà la bassezza, il fango e la barbarie del capitalismo. Attinge i suoi maggiori impulsi alla lotta dalla situazione della sua classe e dall’ideale comunista. Ciò che gli è necessario è la chiarezza ed ancora una volta la chiarezza. Così, lo ripeto, niente debolezza, niente sciupio o distruzione di forze. Dominarsi, disciplinare i propri atti non è schiavitù, neanche in amore».
104. C. Zetkin, Lenin e il movimento femminile, cit.

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