20 Aprile 2024

A. LE ARRETRATEZZE DELLA II INTERNAZIONALE SUL COLONIALISMO

Tra le cause del fallimento della Seconda Internazionale vi è anche l'estrema arretratezza ideologica sul tema del colonialismo. Ne sono un esempio le valutazioni contrastanti dei socialisti europei emerse a partire dal congresso di Stoccarda del 1907.
Vediamone uno scorcio di dibattito1:
«David (Germania): Chiedo sia votata una risoluzione per la quale il congresso socialista accetta in linea di principio la colonizzazione in base al motivo che l'occupazione e lo sfruttamento di tutta la terra sono indispensabili per il benessere dell'umanità. Ben intesa, la risoluzione deve egualmente criticare l'attuale atteggiamento del capitalismo. Noi dobbiamo uscire dal regno delle parole. L'Europa ha bisogno di colonie e non ne ha ancora a sufficienza. Senza colonie noi saremo simili, sotto il profilo economico, alla Cina. […]
Terwagne (Belgio): A nome della minoranza della Commissione e del mio partito chiedo sia aggiunta alla risoluzione la seguente premessa: “Il Congresso non condanna per ragioni di principio e in ogni tempo qualsiasi forma di politica coloniale che, in regime socialista, potrà costituire opera di civilizzazione”.
Rouanet (Francia): Credo sia errato considerare la colonizzazione come fenomeno esclusivamente capitalistico. La colonizzazione è allo stesso modo un fatto storico. Perciò appoggio la proposta di Terwagne. […]
Il Presidente Van Kol (Olanda): La grande maggioranza della Commissione ha adottato una risoluzione che, a mio avviso, rinuncia alle posizioni puramente negatrici e reclama una politica coloniale socialista. La risoluzione della minoranza, all'opposto, rivela un atteggiamento greve di rinuncia e di dubbio. […] La questione delle colonie è il grande problema che dominerà la storia moderna. Occorre dunque creare una politica coloniale socialista. […] Io mi limito a chiedere a Ledebour [il quale assieme ad altri delegati aveva proposto di cancellare i riferimenti positivi al colonialismo, ndr] se, stante l'attuale regime, egli ha il coraggio di rinunciare alle colonie. Dovrà dirmi, allora, come affronterà la sovrappopolazione dell'Europa. […] Che farà Ledebour della crescente produzione dell'industria europea se non vuole trovare nuovi sbocchi nelle colonie? E vuole poi, nella sua veste di socialdemocratico, venir meno al dovere di lavorare per l'educazione dei popolo sottosviluppati? […] È dovere del Congresso vigilare a che milioni di disgraziati indigeni possano sperare in un avvenire migliore, grazie all'impegno concreto di tutti i socialisti. […]
Bernstein (Germania): Io condivido la risoluzione della maggioranza. […] Dobbiamo respingere l'ideale utopistico, la cui finalità consisterebbe nell'abbandono delle colonie. […] Le colonie esistono, occorre occuparsene ed io penso che una qualche tutela da parte dei popoli civilizzati su quelli non civilizzati sia necessaria. Ciò è stato riconosciuto da […] Marx, […] nel terzo volume del suo Capitale, ove leggo la seguente frase: “la terra non appartiene ad un solo popolo ma all'umanità, e ciascun popolo deve governarla a profitto dell'umanità”. […]
Kautsky (Germania): Bernstein ha tentato di farci credere che questa politica di conquista sia stata una necessità naturale. Sono rimasto molto colpito dal fatto che egli abbia, in questa sede, difeso una teoria in base alla quale vi sono due gruppi di popoli, quello destinato a dominare e quello destinato ad essere oppresso, e che vi sono popoli incapaci di autogovernarsi, popoli composti di uomini rimasti bambini. V'è in ciò nient'altro che una variante della vecchia formula che serve di giustificazione per tutti i dispotismi e secondo la quale certuni vengono al mondo con gli speroni ai piedi, altri con una sella sulle spalle al fine di permettere ai primi di considerarli come loro cavalcature. […] Bernstein invocava del tutto a torto Marx. Certo Marx ha dichiarato che la terra apparteneva all'umanità. Ma l'umanità, oggi, non fa ancora della politica coloniale. Marx non ha detto che la terra appartiene alle nazioni capitalistiche».

1. F. Catalano, Stato e società nei secoli, vol. III, G. D'Anna, Firenze, 1966, cap. Relazione al Congresso di Stoccarda (1907).

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