19 Marzo 2024

5.2.08. IL RISVEGLIO DEL GIGANTE ASIATICO

L'Asia, come l'Africa, è stato il continente più colpito dal fenomeno del colonialismo nel corso del XIX secolo e della prima metà del XX secolo. Dopo la seconda guerra mondiale anche in questo continente si è assistito ad un'ondata rivoluzionaria coincidente con il fenomeno della decolonizzazione. Anche in questo caso hanno giocato un ruolo fondamentale le organizzazioni comuniste, oltre a quelle nazionaliste. Si può aggiungere anzi che i comunisti siano riusciti a prendere il potere laddove si sono posti alla testa della questione nazionale, guidando i propri popoli al recupero della sovranità nazionale, coniugandola la questione sociale, ossia con l'affermazione della sovranità popolare.
Il caso della Cina è paradigmatico e costituisce l'esempio cui si ispirano maggiormente gli altri paesi della regione del sud-est asiatico. Anche in Asia il principale nemico dell'emancipazione dei popoli è costituito dagli Stati Uniti d'America, mentre l'URSS e la stessa Cina si sono rivelati i principali alleati politici, militari ed economici dei popoli in guerra con l'imperialismo. Anche dopo la caduta dell'URSS le principali lotte progressiste sono portate avanti dai comunisti. In questo capitolo si concentra maggiormente l'attenzione sui casi della Corea, del Vietnam, dell'Afghanistan e della Cambogia, uscendo dalla narrazione dominante borghese che riduce tali esperienze a crimini totalitari o a vittorie popolari degenerate. Un particolare rilievo viene dato anche alle vicende della Palestina e del Medio Oriente, specie in considerazione delle vicende conseguenti all'affermazione odierna (successiva alla caduta dell'URSS) del fondamentalismo islamico come ideologia-guida incontrastata dei popoli islamici. Cominciamo con la Corea socialista.

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