26 Aprile 2024

1.02. TUTTE LE MANOVRE DEGLI USA PER DISTRUGGERE LA RIVOLUZIONE

«E che i nemici della Rivoluzione non pensino che ci fermeremo; che i nemici della Rivoluzione non pensino che questo popolo si fermerà, che quelli che inviano gli aerei non pensino, che quelli che conducono gli aerei non pensino che ci metteremo in ginocchio e che abbasseremo le fronti. Ci metteremo in ginocchio una volta e una volta chineremo la fronte e sarà il giorno in cui giungeremo alla terra cubana che custodisce 20.000 cubani per dire loro: “Fratelli, la Rivoluzione è fatta, il vostro sangue non è stato sparso invano!”» (Camilo Cienfuegos)9

«Non ci importa di conoscere il nome della persona che ogni quattro anni il popolo nordamericano crede di eleggere per dirigere il suo destino, perché in realtà quelle elezioni sono viziate alla base. Il popolo nordamericano ha solamente la facoltà di eleggere il proprio carceriere per quattro anni».
(Ernesto “Che” Guevara, discorso per l’inaugurazione dell’Industria nazionale produttrice di utensili domestici, 24 luglio 1964)10
«Il processo di edificazione del socialismo a Cuba si svolse in condizioni difficili. Nel 1959-1965 sul suo territorio operarono 179 bande controrivoluzionarie. La Cia continuava a preparare piani per l'eliminazione fisica di Fidel Castro e degli altri esponenti dello Stato repubblicano di Cuba. Soltanto nel periodo 1960-1965 furono organizzati otto complotti, con la partecipazione della Cia, che si proponevano di uccidere Fidel Castro. Aumentò notevolmente il numero delle provocazioni contro Cuba (nel 1962-1967 superarono il numero di cinquemila) da parte della guarnigione della base marittima americana esistente sul territorio cubano: Guantanamo. Il popolo cubano lottò politicamente, economicamente, ideologicamente e militarmente, mobilitando tutte le proprie forze per respingere l'aggressione dall'esterno, per vincere il blocco imperialista e battere i nemici di classe della rivoluzione all'interno del paese. Nel corso di molti anni Cuba fu costretta a tenere sotto le armi per le esigenze della difesa più di 300 mila persone».
(dalla Storia Universale dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, 1975)11
La ricostruzione storica appena letta, negli anni '70 poteva senz'altro essere tacciata di menzognera propaganda comunista. Oggi le fonti storiche confermano invece che quanto scritto allora corrispondeva pienamente alla realtà. Per fare piena luce sulla destabilizzazione messa in atto dagli USA, letteralmente ossessionati dal fatto di aver perso Cuba, vediamo quanto emerge dagli studi più recenti, non certo di estrazione filocomunista. Dall'opera di Tim Weiner12: i primi piani partono sotto l'amministrazione Eisenhower; è l'11 dicembre 1959 quando il direttore della CIA Allen Dulles riceve il primo memorandum in cui un agente propone di prendere «in seria considerazione l'eliminazione di Fidel Castro». Nel marzo 1960 Dulles informa il vicepresidente Nixon delle operazioni già in corso a Cuba: guerra economica, sabotaggio, propaganda politica e un piano che prevede di drogare Castro per farlo sembrare pazzo. Si propone di creare «un'opposizione cubana responsabile, presentabile e unificata» guidata da agenti reclutati. Una stazione radio clandestina all'Avana avrebbe fomentato una rivolta mentre 60 cubani addestrati dalla CIA a Panama si sarebbero infiltrati nell'isola e, ben presto, sarebbero diventati diverse centinaia. Nel frattempo, si preparano anche i piani per uccidere Castro: si cerca di appaltare l'omicidio alla mafia (quel Tony Varona poi ricevuto da Kennedy alla Casa Bianca) e si reclutano agenti sull'isola, valutando la possibilità di agire con qualche cecchino. Vengono paracadutati sull'isola armi ad agenti, prontamente catturati dalle forze cubane. Se Eisenhower non aveva approvato l'invasione dell'isola le cose cambiano con Kennedy, il quale concede il suo benestare a far intervenire anche forze armate statunitensi: è così che il «15 aprile otto B-26 americani bombardarono tre aeroporti militari cubani, mentre i 1511 uomini della brigata della CIA si dirigevano verso la Baia dei Porci. […] La storia di copertura approntata dalla CIA fu che ad attaccare era stato un unico pilota disertore dell'aeronautica cubana che era poi atterrato in Florida». L'invasione della Baia dei Porci viene respinta con grande successo dalle forze militari cubane. Nel novembre 1961, nella massima segretezza, John e Bobby Kennedy creano una nuova cellula per la pianificazione dell'attività clandestina. La missione è eliminare Castro: rovesciarlo diventa «la massima priorità per il governo degli Stati Uniti», come ha avuto a dire Bobby Kennedy il 19 gennaio 1962. Durante l'amministrazione Kennedy la Casa Bianca ordina due volte alla CIA di creare una squadra di assassini. La CIA elabora nuove strategie per le azioni clandestine: «ingaggiare e mettere in campo la Chiesa cattolica e la malavita cubana nella lotta contro Castro, incrinare il regime dall'interno, sabotare l'economia, sovvertire la polizia segreta, distruggere i raccolti con una guerra biologica o chimica». I Kennedy però sono stufi di tali piani. Desiderano un atto di sabotaggio rapido e silenzioso per deporre Castro. Viene organizzata «quella che resta a tutt'oggi la più grande operazione di intelligence mai realizzata dalla CIA in tempo di pace, con circa seicento funzionari dell'agenzia all'opera a Miami e dintorni, quasi cinquemila collaboratori a contratto e la terza maggiore flotta militare dei Caraibi». Anche il Pentagono e la Casa Bianca elaborano propri piani: «uno prevedeva di far saltare una nave americana nel porto di Guantanamo e di mettere in scena un attacco terroristico contro un aereo di linea americano per giustificare una nuova invasione». Nel 1962 si fa un altro tentativo di assassinio assoldando il mafioso John Rosselli, a cui si consegnano pillole di veleno da mettere nel tè o nel caffè di Castro. Dopo la crisi dei missili i Kennedy continuano ad ordinare «di far saltare miniere, fabbriche, centrali elettriche e navi mercantili cubane, di distruggere il nemico nella speranza di far nascere una controrivoluzione»; 25 agenti cubani della CIA muoiono in simili operazioni.
Nell'estate 1963 la CIA affida a Rolando Cubela, l'agente meglio piazzato di cui dispone all'interno del governo cubano, il compito di eliminare Castro ad ogni costo, se necessario anche con un'esecuzione.
Il 7 settembre 1963 Fidel Castro all'Avana tiene un lungo discorso in cui afferma che «i leader degli Stati Uniti avrebbero potuto correre dei pericoli se avessero prestato il loro aiuto a qualsiasi tentativo di liquidare i leader cubani... Se stanno appoggiando complotti terroristici per eliminare dei leader cubani, loro stessi non possono considerarsi al sicuro». Il 29 ottobre 1963 un agente della CIA incontra Cubela a Parigi informandolo che avrebbe avuto a breve l'arma richiesta: una potente carabina dotata di mirino telescopico.
A metà novembre Cabela giura nuovamente che avrebbe ucciso Castro. Nella stessa settimana il presidente Kennedy viene assassinato. Per anni la CIA ha mantenuto segreti perfino alle commissioni d'inchiesta i propri sospetti sulla responsabilità di Cuba, sulla quale peraltro non sono mai emerse prove. Perché tanta segretezza e riserbo? Affermare pubblicamente anche solo il sospetto che l'uccisione del Presidente del paese più potente del mondo sia stata opera di uno dei paesi più poveri del “Terzo Mondo”, avrebbe in effetti rischiato di avere effetti deflagranti in ogni parte del mondo, mostrando la fragilità del gigante imperialista. Inoltre avrebbe significato dover rendere pubblici tutti gli atti cospiratori con cui la Casa Bianca aveva avallato l'uccisione di un capo di Stato, vicenda rimasta segreta per molti decenni e tuttora molto poco nota.
William Blum13 aggiunge molti dettagli ed espande cronologicamente il racconto: dopo il 1959 «in numerose occasioni, aerei e navi cubani sono stati dirottati sugli Stati Uniti, ma questi non furono restituiti ai cubani, né i dirottatori puniti», anzi i beni vengono confiscati come risarcimento per i crediti vantati dalle aziende americane espropriate dal governo cubano. Dall'ottobre 1959 iniziano bombardamenti e mitragliamenti sull'isola, oltre a numerose incursioni aeree sui campi da zucchero e sugli zuccherifici di Cuba. Nel marzo del 1960 esplode una nave da carico francese che trasporta munizioni dal Belgio, facendo 75 morti e 200 feriti. Gli USA negano un coinvolgimento ma ammettono «di aver cercato di impedire la spedizione». Per tutti gli anni Sessanta vi sono innumerevoli incursioni via cielo e via mare di commando di esuli, a volte accompagnati dai loro supervisori della CIA, che infliggono danni a raffinerie di petrolio, impianti chimici, ponti ferroviari, piantagioni di canna, zuccherifici e relativi magazzini. Si infiltrano spie, sabotatori e assassini e si fa qualunque cosa per danneggiare l'economia, uccidendo membri della milizia cubana e altre persone. Non mancano episodi di pirateria, bombardamenti effettuati da navi al largo su città e porti. Queste azioni trovano il centro di riferimento e coordinamento a Miami, dove centinaia di agenti della CIA dirigono i cubani esuli in tali operazioni, potendo contare su un bilancio di oltre 50 milioni di dollari annui e un accordo con la stampa locale per mantenere segreti i lavori. L'attuazione dell'embargo commerciale e finanziario è imposto dagli USA anche con il sabotaggio dei beni destinati a Cuba dai paesi e dalle aziende che non si conformano: un fabbricante della Germania Ovest è pagato centinaia di migliaia di dollari per produrre cuscinetti a sfera fuori centro; un altro per fare la stessa cosa ad apparecchi per l'equilibratura delle ruote; la British Leyland nel 1964 vende un gran numero di autobus a Cuba nonostante le reprimende degli USA: smetterà dopo che nell'ottobre dello stesso anno un incidente misterioso porta all'affondamento sul Tamigi di un mercantile della DDR che trasportava 42 autobus. Un incidente causato da una nave giapponese... Dieci anni dopo sarebbe emerso che la collisione era stata organizzata dalla CIA con la cooperazione dei servizi segreti britannici. Non si esita inoltre ad usare armi chimiche e biologiche contro l'isola cubana, contaminando lo zucchero commercializzato da Cuba e pagando agronomi per avviare epidemie di bestiame: il virus, che avrebbe prodotto il morbo di Newcastle, uccide 8000 tacchini cubani. Nel 1971 in un'operazione simile viene diffusa la febbre suina africana che provoca la macellazione forzosa di mezzo milione di capi suini per prevenire l'ulteriore diffusione dell'epidemia. Ci sono forti prove inoltre che gli USA abbiano diffuso attraverso degli insetti infettati un'epidemia di dengue, che nel 1981 colpisce 300 mila persone, con 158 decessi, 101 dei quali fanciulli sotto i 15 anni.
Oltre ai piani raccontati finora innumerevoli altri sono messi in piedi dalla CIA, tra cui il progetto di sganciare una bomba su uno stadio di baseball mentre Castro fa un comizio.
Accade allora che «il bombardiere B-26 fu allontanato dalla contraerea prima che potesse raggiungere lo stadio». Per tutto il periodo di esistenza di Cuba, la CIA ha continuato a produrre notizie e articoli anticastristi da diffondere dentro e fuori dagli USA: ha sovvenzionato pubblicazioni di Miami come Avance, El Mundo, El Prensa Libre, Bohemia e El Diario de las Americas, oltre alla AIP, agenzia giornalistica radiofonica che produce programmi gratuitamente a più di 100 piccole emittenti in America Latina. Nella rete propagandistica entrano le newyorkesi Foreign Publication Inc. e la Editors Press Service.
9. Ibidem.
10. M. Colasanti, Ernesto “Che” Guevara, cit.
11. Accademia delle Scienze dell'URSS, Storia universale, vol. XIII, Cap. IV, cit.
12. T. Weiner, CIA, cit., pp. 150-156, 159-161, 169-170, 180-185, 204-205, 268-270.
13. W. Blum, Il libro nero degli Stati Uniti, cit., pp. 275-285.

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