24 Aprile 2024

6.5. LA RUSSIA DOPO LA CADUTA DELL'URSS

«Il primo aspetto fallimentare della politica coordinata di fine Novecento dei due organismi internazionale si può isolare, secondo Stiglitz, nella spinta alla privatizzazione, basata sul falso presupposto che il mercato sia in grado di soddisfare autonomamente e velocemente ogni necessità: invece, molte attività pubbliche vengono poste in essere proprio perché i mercati non riescono a fornire vari servizi che sono essenziali per chi ne usufruisce, ma non redditizi per chi li offre. In ogni caso, la privatizzazione selvaggia può avere altissimi costi sociali sia per i consumatori che per i lavoratori: ad esempio, in Russia la percentuale di persone che dispongono di meno di due dollari al giorno è salita dal 2% nel 1989 al 24% nel 1998, nella più alta crescita di povertà della storia in tempi normali (cioè, non di guerra o carestia)». (Piergiorgio Odifreddi)68
I risultati della dissoluzione dell'URSS sono terribili per la popolazione e per il paese. Tra il 1990 e il 1994 la speranza media di vita scende da 69 a 65 anni. I collegamenti economici tra le repubbliche vengono rotti, il prodotto interno lordo in tutti gli ex stati sovietici crolla di circa il 40% nel 1991. È pesante anche l'effetto dell'inflazione. Mentre il paese è umiliato all’estero dall’espansione della Nato verso est e all’interno dalla povertà e dal sanguinoso pantano della Cecenia, la Russia viene spartita tra un piccolo gruppo di sedicenti capitalisti, meglio noti come oligarchi, che con l’appoggio di Eltsin orchestrano una privatizzazione massiccia delle industrie statali più redditizie. Ancora nel 2004 solo gli stati baltici, l'Armenia, la Bielorussia e il Kazakistan hanno raggiunto un livello di PIL superiore a quello del 1991. Dopo aver conosciuto il capitalismo, già nel 1995 il tasso di disapprovazione per Eltsin (69%) si avvicina alla percentuale di persone (63%) che valutano positivamente la loro vecchia vita nell’Unione Sovietica. Il 58% dei russi intervistati nel 2009 dal Pew research center considera «una grande disgrazia la dissoluzione dell’Unione Sovietica».
In un sondaggio di inizio 2013 risulta che il 56% dei russi guardi con rammarico alla dissoluzione dell’URSS, rimpiangendo i tempi dell’Unione Sovietica. Sempre nello stesso periodo da un altro sondaggio emerge che il 51% dei cittadini considerano «ideale» il sistema di economia pianificata e di proprietà statale che aveva l’URSS (contro il 29% che preferisce il sistema del libero mercato fondato sulla proprietà privata). La situazione non è molto diversa nemmeno per le nazionalità ex-sovietiche non russe. In un sondaggio effettuato nel 2016 che ha coinvolto più di 12 mila persone di 11 paesi dell’ex Unione Sovietica, è emerso nettamente come «la maggioranza degli abitanti dei paesi dell’ex Unione Sovietica di età oltre i 35 anni stimano che il livello di vita nell’URSS fosse più elevato che dopo il suo crollo». Infatti:
«nella Russia di Putin, che ha mantenuto molti dei simboli e degli atteggiamenti autoritari dell’URSS ma non il suo stato sociale, il 64% delle persone che ha vissuto in epoca sovietica considera il livello di vita nell’URSS più elevato di quello attuale. Perfino il 60% degli ucraini, il cui governo è apertamente anticomunista, anti-sovietico e anti-russo, dicono che nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche si viveva molto meglio di ora. Quelli che hanno più nostalgia dello Stato sociale comunista sono gli armeni (71%) e i loro vicini-nemici dell’Azerbaigian, due paesi divisi dal conflitto per il Nagorno Karabakh, dalla religione (cristiani gli armeni e musulmani gli azeri) e dall’energia, ma uniti nella nostalgia per i bei tempi dell’Urss, anche perché la qualità della loro democrazia non è aumentata di molto – soprattutto in Azerbaigian – dopo il crollo dell’Unione Sovietica».
Gorbačev è invece sempre più bollato come un politico fallimentare, tra i più odiati in Russia e tra i sinceri comunisti di tutto il mondo. Nel 1996 alle elezioni presidenziali prende solo lo 0,5% dei voti e tuttora è giudicato il responsabile del grande disastro che ha portato tutta la popolazione ad un impoverimento sostanziale. Non a torto.69
68. P. Odifreddi, Il Matematico impenitente, Longanesi, Milano 2008, p. 193.
69. Fonti usate: A. Graziosi, L'URSS dal trionfo al degrado, cit., pp. 662-667; G.B., Russia. Secondo un sondaggio il 60% rimpiange l’Urss, Tribunodelpopolo.it, 14 ottobre 2013; Redazione Il Foglio, “Ridateci l’Unione Sovietica”. A Mosca c’è aria di nostalgia revival, Il Foglio (web), 26 dicembre 2016; Sondaggio in 11 paesi dell’ex Urss: si stava meglio in Unione Sovietica, Greenreport.it, 17 agosto 2016.

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