25 Aprile 2024

8.3. E I COSTI UMANI DEL SOCIALISMO?

«I: - Ma a quale costo, umano e ambientale, si è pervenuti a quel tipo di crescita?
K: - Certo, i problemi esistevano, in particolare quelli relativi ad una acuta insufficienza agricola e anche i risultati raggiunti, realizzati in condizioni di accerchiamento ostile, esigevano un certo costo in termini di vite, di standard di vita, di democrazia socialista e di direzione collettiva, ma i risultati si presentarono comunque. Il social-riformisti amano deridere l'espressione “socialismo realmente esistente”, termine che gli scrittori sovietici usavano spesso. Il riformismo di solito mette la frase tra virgolette, trattandola con disprezzo. Così facendo, rivelano i propri limiti politici. Preferiscono discutere di socialismo come ideale immaginato, non su ciò che realmente si è sviluppato nella dura realtà della lotta di classe del XX secolo, con tutte le sue contraddizioni. Il socialismo del XX secolo è sorto nel mezzo delle circostanze storiche più difficili.
Quali erano queste circostanze? La guerra imperialista, la guerra civile, l'invasione, il blocco, la corsa agli armamenti, la sovversione, la necessità di cominciare la costruzione del socialismo partendo da un basso livello di sviluppo. Chi o che cosa ha imposto tali circostanze? L'imperialismo ha imposto il costo, ha creato l'emergenza, la scelta fra una industrializzazione a rotta di collo o la sconfitta. Le deformità e le distorsioni esistenti nel socialismo del XX secolo sono dovute all'attacco imperialista contro i nuovi Stati rivoluzionari e non all'intrinseca natura del socialismo. Non posso dimostrarlo indicando un esempio storico, perché non abbiamo (ancora) un esempio di rivoluzione socialista che abbia avuto un parto facile e un'infanzia senza conflitti. Ma possiamo trovare altre dimostrazioni, prove indirette della veridicità di questo punto. Per quanto riguarda un tipo di costi umani, consideriamo la repressione che ebbe luogo alla fine degli anni 1930. Mi piace la puntualizzazione fatta da Hans Heinz Holz secondo cui “gli aspetti dispotici del socialismo sovietico si sono verificati nel periodo del suo accerchiamento”. Alla fine degli anni '30 non era un'immaginazione dei dirigenti sovietici la minaccia delle quinte colonne filo-fasciste, che stavano arrivando al potere in un paese dopo l'altro, finanziate e orchestrate dall'imperialismo tedesco. Austria 1934; Spagna 1936-1939 e molti altri luoghi. Si rendevano quindi necessarie rigide contromisure. Un altro esempio è la collettivizzazione forzata che ebbe luogo dopo il 1929. La sua velocità è stata dettata dalla necessità di accelerare l'industrializzazione. L'industrializzazione sarebbe stata ripagata da una efficienza agricola accresciuta. I dirigenti sovietici avrebbero preferito collettivizzare lentamente, con la persuasione e l'esempio, proprio come si diceva all'epoca. Non ebbero però il lusso di un ritmo lento. Ricordo che, dopo il 1989, i giornalisti occidentali in giro per l'Europa orientale si dilettavano nel sottolineare la controversa questione ambientale, per esempio, della Rdt. Ma anche qui valgono le stesse considerazioni. Sotto pressione, i pianificatori economici di Berlino Est andarono al risparmio riguardo la tutela ambientale. Non c'era una ragione attinente al profitto capitalistico privato a spingere le imprese socialiste a inquinare. Quando non si trovavano sotto pressione esterna, gli Stati socialisti presentavano dati ambientali superbi».86
86. Ibidem.

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