13 Maggio 2024

2.1. IL DIBATTITO PRE-RIVOLUZIONARIO NEL PARTITO BOLSCEVICO

Oggi va di moda presentare la Rivoluzione d'Ottobre come un evento da cui Stalin sarebbe stato del tutto estraneo. Anzi, si è giunti pure a dire che essa è stata diretta e capeggiata da Trockij e che questi avrebbe avuto un ruolo ancora maggiore del reale ispiratore e condottiero dell'epopea rivoluzionaria russa, Vladimir Lenin. Tutte queste sono falsificazioni storiche atte ad estraniare il marxismo-leninismo dalla Rivoluzione d'Ottobre. Vediamo come andarono i fatti realmente. Questa la situazione alla vigilia dell'Ottobre rosso:
«Lenin, dopo i fatti di luglio a Pietrogrado, si trovava nella più completa clandestinità per sfuggire alle persecuzioni del governo provvisorio. Egli visse in tali condizioni in Finlandia nel settembre del 1917. Nelle sue lettere indirizzate al Comitato Centrale e ai comitati di partito di Pietrogrado e di Mosca, ai membri bolscevichi dei soviet di Pietrogrado e di Mosca, alla conferenza cittadina di Pietrogrado, ai partecipanti del congresso regionale dei soviet della regione settentrionale, Lenin svolse una completa argomentazione sulla necessità storica dell’insurrezione armata e dimostrò che essa era dettata tanto dalle condizioni interne quanto da quelle internazionali, che portavano allo sviluppo della rivoluzione russa. Il passaggio del potere al proletariato, capeggiato dal partito bolscevico, corrispondeva agli interessi vitali dei popoli della Russia e di tutta l’umanità progressiva. “I bolscevichi possono e debbono prendere il potere”, questa era la conclusione sulla quale insisteva Lenin. Nella lettera del 13-14 (26-27) settembre al Comitato Centrale del partito bolscevico, Il marxismo e l’insurrezione egli scriveva: “Per riuscire, l’insurrezione deve fondarsi non su di un complotto, non su di un partito, ma sulla classe d’avanguardia. Questo in primo luogo. L’insurrezione deve fondarsi sullo slancio rivoluzionario del popolo. Questo in secondo luogo. L’insurrezione deve saper cogliere quel punto critico nella storia della rivoluzione in ascesa, che è il momento in cui l’attività delle schiere più avanzate del popolo è massima e più forti sono le esitazioni nelle file dei nemici e nelle file degli amici deboli, equivoci e indecisi della rivoluzione. Questo in terzo luogo”. (V. I. Lenin: Il marxismo e l’insurrezione […])
Tutte queste condizioni erano allora presenti in Russia. “Dalla nostra parte - scrive ancora Lenin - è la maggioranza della classe che è l’avanguardia della rivoluzione, l’avanguardia del popolo, capace di trascinare le masse. Dalla nostra parte è la maggioranza del popolo... La nostra vittoria è certa...”. […] Lenin riteneva particolarmente importante per la vittoria dell’insurrezione avere nel momento decisivo e nei punti decisivi un rapporto di forze nettamente favorevole. Ciò riguardava in primo luogo Pietrogrado e Mosca, i vicini fronti settentrionale e occidentale, la flotta del Baltico. Nella lettera Il marxismo e l’insurrezione vengono pure indicate proposte concrete sulle misure per preparare l’insurrezione: la necessità di organizzare uno Stato Maggiore dell’insurrezione, di mobilitare la Guardia Rossa e la guarnigione rivoluzionaria della capitale, di prepararsi a occupare i più importanti punti della città: il telefono, il telegrafo, le stazioni, gli edifici governativi, di arrestare nei giorno e nell’ora stabiliti il governo e i membri del Quartier generale militare. Nelle lettere al Comitato Centrale V. I. Lenin avvertiva che prolungando la preparazione dell’insurrezione si rischiava di compromettere l’esito della rivoluzione stessa e che “ogni ritardo equivale[va] alla morte”. (V. I. Lenin: Lettera ai compagni bolscevichi, delegati alla conferenza ragionale dei soviet del nord […]). Il 7 (20) ottobre Lenin ritornò dalla Finlandia illegalmente a Pietrogrado. Il giorno seguente scrisse l’articolo Consigli di un assente, nei quale indicava nuovamente le tesi fondamentali della dottrina marxista sull’insurrezione armata:
“1) Non giocare mai con l’insurrezione, ma, quando la si inizia, saper fermamente che bisogna andare sino in fondo.
2) È necessario raccogliere nel punto decisivo, nel momento decisivo, forze molto superiori a quelle dell’avversario, perché altrimenti questo, meglio preparato e meglio organizzato, annienterà gli insorti.
3) Una volta iniziata l’insurrezione, bisogna agire con la più grande decisione e passare assolutamente, a qualunque costo, all’offensiva: la difensiva è la morte della insurrezione armata.
4) Bisogna sforzarsi di prendere il nemico alla sprovvista, di cogliere il momento in cui le sue truppe sono disperse.
5) Bisogna riportare ogni giorno (si potrebbe dire anche 'ogni ora' se si tratta di una sola città) dei successi, sia pure di poca entità, conservando ad ogni costo la 'superiorità morale'” […]
Il 10 (23) ottobre si tenne una riunione del Comitato Centrale del partito. Presentando un rapporto sulla situazione del momento, Lenin indicò che le condizioni politiche per una vittoriosa insurrezione armata erano pienamente maturate e rilevò la necessità di dedicare particolare attenzione al lato tecnico-militare della questione, alla scelta del momento per assestare al nemico il colpo decisivo».

In tale riunione Stalin, Sverdlov e Trockij appoggiano Lenin; Kamenev e Rykov sono contrari. Lo stesso Lenin poi entra in polemica con Trockij poiché quest’ultimo proponeva di attendere il Congresso dei Soviet prima di scatenare l'insurrezione, cosa che ne avrebbe decretato la disfatta. Lenin invece capì che occorreva lanciare subito l'insurrezione armata e non dare tempo al governo per rispondere. Analogamente avvenne un'aspra lotta fra le posizioni leniniste e quelle di Kamenev e Zinov'ev. Stalin appoggia la linea leninista su ogni questione e, quando viene costituito l'Ufficio Politico del Comitato Centrale incaricato di dirigere la rivolta, fu chiamato a farne parte. I fatti poi sembravano dar loro ragione: penuria cronica di pane e carbone; prezzi alle stelle; traffico ferroviario bloccato; la capitale che spesso rimaneva al buio e senza energia elettrica ed in più le truppe tedesche erano più che vicine. Zinov'ev e Kamenev si dichiararono contrari alle questione insurrezionale, ma venendo messa ai voti furono sonoramente sconfitti.
“Il Comitato Centrale - si diceva nella risoluzione - riconosce che tanto la situazione internazionale della rivoluzione russa (l’ammutinamento della flotta in Germania, come più alta manifestazione dello sviluppo, in tutta Europa, della rivoluzione socialista mondiale, nonché la minaccia di una pace separata da parte degli imperialisti allo scopo di soffocare la rivoluzione in Russia), quanto la situazione militare (l’incontestabile decisione della borghesia russa e di Kerenskij e consorti di consegnare Pietrogrado ai tedeschi), come pure la conquista della maggioranza nei soviet da parte del partito proletario - connesso tutto ciò con l’insurrezione contadina e con l’orientamento della fiducia del popolo verso il partito bolscevico (elezioni a Mosca), e infine l’evidente preparazione di una seconda avventura alla ‘Kornilov’ (allontanamento delle truppe da Pietrogrado, invio di cosacchi a Pietrogrado, accerchiamento di Minsk da parte dei cosacchi eccetera) mettono all’ordine del giorno l’insurrezione armata. Riconoscendo in tal modo che l’insurrezione armata è inevitabile e completamente matura, il Comitato Centrale invita tutte le organizzazioni del partito a orientarsi sulla base di questa constatazione e a discutere e risolvere da questo punto di vista tutte le questioni pratiche”. (V. I. Lenin: Risoluzione approvata dal Comitato Centrale del POSDR nella seduta del 10 (23) ottobre 1917 […])»15
15. Fonti usate: Accademia delle Scienze dell'URSS, Storia Universale, vol. VIII, Cap. I, cit.; F. Trotterro, Stalin e la Rivoluzione d'Ottobre, 21 dicembre 2008, pubblicato su http://www.senzasoste.it/anniversari/stalin-e-la-rivoluzione-dottobre, I. Di Francesco, 7 Novembre 1917: Il ruolo di Stalin e il ruolo di Trockij, 7 novembre 2013, disponibile su https://stachanovblog.org/2013/11/07/7-novembre-1917-il-ruolo-di-stalin-e-il-rulo-di-trotsky/.

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