19 Aprile 2024

6.2. BOLSCEVISMO E FASCISMO

«Trockij fu uno dei primi a lanciare l'idea che bolscevismo e fascismo fossero fratelli gemelli. Questa tesi era molto popolare durante gli anni Trenta tra i partiti reazionari cattolici. Il Partito Comunista era il loro nemico giurato, il partito fascista il loro concorrente borghese più temuto. Ecco ciò che diceva Trockij:
“Il fascismo passa di vittoria in vittoria e il suo migliore alleato, colui che gli apre la strada al mondo intero, è lo stalinismo”. (aprile 1938)
“In realtà, niente distingue i metodi dispotici di Stalin da quelli di Hitler. Ma salta agli occhi la differenza dei risultati sulla scena internazionale”. (24 marzo 1940)
“Una parte rilevante, e che acquista sempre più importanza, dell'apparato sovietico è formata da fascisti che non sono ancora riconosciuti come tali. Identificare il regime sovietico nel suo insieme con il fascismo è un errore storico grossolano. […] Ma la simmetria delle sovrastrutture politiche, la similitudine dei metodi totalitari e dei tipi psicologici sono sorprendenti. […] L'agonia dello stalinismo è lo spettacolo più spaventoso e più odioso della storia dell'umanità”. (17 marzo 1938)
Trockij ci presentava qui una delle prime versioni di un tema della propaganda condotta dalla CIA e dai fascisti nel corso degli anni Cinquanta, quello del “fascismo rosso”. Dopo il 1944-45, tutti i capi fascisti tedeschi, ungheresi, croati e ucraini che erano scappati in Occidente, si misero la maschera “democratica”; esaltarono la “democrazia” americana, la nuova potenza egemone, il sostegno principale di tutte le forze retrograde e fasciste nel mondo. Questi “vecchi” fascisti, fedeli al loro passato criminale, svolsero tutti il tema: “il bolscevismo è il fascismo, ma in peggio”.
Notiamo anche che, nel momento in cui il fascismo si era già lanciato nella guerra (guerra di Etiopia e di Spagna, annessione dell'Austria e della Cecoslovacchia), Trockij affermava che lo “spettacolo più spaventoso e odioso” sulla terra era “l'agonia del socialismo”.»17
17. Ibidem

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