25 Aprile 2024

1.2. LO SVILUPPO ECONOMICO COMUNE (1948-56)

Almeno fino al 1956 tutte le repubbliche popolari tendono a svilupparsi economicamente secondo un modello comune di “costruzione dei fondamenti del socialismo”, che prevede l’industrializzazione forzata (con priorità all'industria pesante strategica, come la siderurgia), la collettivizzazione dell'agricoltura e la politicizzazione attiva della società.
L'industrializzazione forzata viene condotta a termine nel 1951-55 (1951 in Jugoslavia, 1953 in Bulgaria e Cecoslovacchia, 1954 in Ungheria e 1955 in Polonia, Romania, Germania Est e Albania). Già nel 1960 in tutti questi paesi la produzione industriale è aumentata da 6 a 8 volte rispetto al 1937. In parallelo viene avviata la collettivizzazione dei terreni agricoli, dal 1950 al 1952, fallendo in Jugoslavia e Polonia dove persisterà fino alla fine un settore privato preponderante. Il processo, pur ritardato dalla resistenza di piccoli e medi proprietari, si realizza invece in Bulgaria (1958), DDR (1960) e Ungheria (1962). Il risultato è l'accelerazione dell'esodo rurale, l'intensificazione dell'annessione delle terre e la meccanizzazione di un'agricoltura in molti casi ancora ferma a pratiche di tipo feudale.
L'industrializzazione e l'urbanizzazione vanno di pari passo con la scolarizzazione di massa:
«Per molti di coloro che provengono dagli strati sociali meno agiati, si tratta di una promozione sociale. Nei paesi più poveri queste misure contribuiscono largamente al sostegno popolare verso il regime, che così compensa il malcontento delle classi sociali colpite dalle nazionalizzazioni e dalle confische. L'eccezione di rilievo al modello comune è quella costituita dal modello jugoslavo, che si basa sull'autogestione operaia, sul decentramento politico e sul mantenimento dell'agricoltura privata. Su stimolo della destalinizzazione e proprio del puntello jugoslavo, sostenuto anche dalla nuova linea Chruščev, anche molte repubbliche popolari inizieranno ad imboccare percorsi economici e politici differenziati».8

8. Ibidem.

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