18 Aprile 2024

2.1. LO SCIOGLIMENTO DEL COMINTERN

Facciamo ora un passo indietro, al fine di spiegare le modalità e le ragioni per cui nel 1943 venga sciolto il Comintern. Riportiamo anzitutto stralci di un articolo apparso sulla rivista teorica Teoria & Prassi nel 20089:
«È in questo complesso di circostanze e sulla base di questa analisi che il Presidium del Comitato Esecutivo dell'Internazionale Comunista (CEIC) decise di dare un seguito alla discussione sullo scioglimento del Comintern. Le esigenze imposte dalla guerra fecero sì che essa procedette velocemente. L'8 maggio del 1943 Dimitrov annotò nel suo diario: “Di notte da Molotov insieme a Manuilskij). Abbiamo parlato del futuro del Comintern. Siamo arrivati alla conclusione che il Comintern, come centro dirigente dei partiti comunisti, nelle condizioni che si sono venute a creare, è un ostacolo allo sviluppo autonomo dei partiti comunisti e all'adempimento dei loro compiti specifici. Elaborare un documento sullo scioglimento di questo centro” (G. Dimitrov, Diario. Gli anni di Mosca (1934-1945), Einaudi, TO).
L'11 maggio Dimitrov scrisse con Manuilskij il progetto di risoluzione del Presidium del CEIC e lo inviò a Stalin e Molotov, che lo approvarono. Discussero quindi del modo in cui doveva essere assunta la risoluzione e concordarono:
a) di esaminare il progetto nella riunione del Presidium e di approvarlo come proposta alle sezioni dell'Internazionale;
b) di comunicarlo alle sezioni e chiedere il loro consenso;
c) di pubblicarlo solo dopo aver ricevuto il consenso.
Il giorno successivo, il 12 maggio, i dirigenti dell'Internazionale furono messi a conoscenza del progetto di risoluzione. Dimitrov annotò: “Tutti considerano in linea di principio e politicamente giusta la proposta alle sezioni dell'IC sullo scioglimento del Comintern, come centro dirigente del movimento operaio Internazionale” (G. Dimitrov, Ibid.).
Il 13 maggio del 1943 ebbe luogo la riunione a porte chiuse del Presidium del CEIC. Parteciparono: Dimitrov, Manuilskij, Marty, Thorez, Ibarruri, Pieck, Ulbricht, Koplenig, Rakosi, Sverma, Wolf, Kolarov, Pauker, Lehtinen, Vlasov e due interpreti. Ci fu una relazione di Dimitrov in cui la bozza di dichiarazione di scioglimento del Comintern venne spiegata e chiarita, alla luce della storia del movimento comunista e della situazione politica mondiale. Dimitrov, che presiedette la riunione, sottolineò che intorno a tale progetto doveva svolgersi un libero scambio di opinioni. Si trattava non di uno scioglimento formale, ma di uno scioglimento di fatto dell'I.C. quale centro di direzione unica del movimento comunista internazionale. Tutti i partecipanti intervennero a turno per discutere la proposta di scioglimento dell'I.C., esprimendo la loro approvazione del progetto proposto come testo base. Furono lasciati alcuni giorni di tempo per ulteriori, più approfondite, riflessioni e per l'apporto di eventuali correzioni, modifiche o integrazioni. Il 17 maggio del 1943 il Presidium del CEIC si riunì di nuovo in forma riservata. Venne esaminato punto per punto il progetto di risoluzione ed approvate alcune correzioni non sostanziali. Non essendoci la possibilità di convocare nelle circostanze della seconda guerra mondiale un congresso, furono discusse due varianti per l'approvazione della risoluzione:
1) pubblicarla con le firme dei membri del Presidium che si trovavano in URSS come una proposta alle sezioni dell'I.C. per la loro approvazione, avvertendole che successivamente la proposta sarebbe stata pubblicata;
2) spedire la proposta alle sezioni per discuterla e, dopo aver ricevuto il loro gradimento, pubblicarla come documento di tutti i partiti membri dell'I.C.
Fu accettata la prima variante, più saggia. Il 18 maggio fu redatta la versione della risoluzione con le correzioni approvate dal Presidium. Essa fu confermata all'unanimità e in questa versione venne firmata dai seguenti componenti del Presidium del CEIC: Dimitrov, Gottwald, Kolarov, Koplenig, Kuusinen, Manuilskij, Marty, Pieck, Thorez, Ždanov e Togliatti (come rivela il diario di Dimitrov quest'ultimo firma per telegramma da Ufa, in quanto dal '41 veniva utilizzato solo nel settore radio e propaganda e non più reso partecipe delle questioni delicate, dato che non c'era più nei suoi confronti piena fiducia politica). La proposta venne firmata anche dai seguenti rappresentanti di partiti comunisti che si trovavano a Mosca in quel periodo: Bianco, Ibarruri, Lekhtinin, Pauker e Rakosi. Copia dei verbali e del progetto di risoluzione fu spedita a Stalin e a Molotov. Il giorno successivo furono esaminate una serie di questioni organizzative connesse allo scioglimento del Comintern, in particolare il mantenimento dei contatti, i centri esteri dei partiti, e le altre funzioni che dovevano essere mantenute. Stalin, da parte sua propose alcune precisazioni. Si concordarono i tempi per la pubblicazione sulla stampa. Il 20 maggio la risoluzione finalmente trovò la sua forma definitiva, con le ultime modifiche proposte da Stalin, ed il testo venne di nuovo approvato all'unanimità, tradotto e inviato all'estero. Il 21 maggio si riunì il Politbjuro del VKP(B) in cui Molotov lesse la risoluzione del Presidum del CEIC e Stalin spiegò i motivi della decisione. La risoluzione venne approvata all'unanimità Nelle settimane seguenti la risoluzione di scioglimento, pubblicata sulla Pravda il 22 maggio, fu approvata da tutte le 31 sezioni dell'I.C. che si manifestarono pienamente d'accordo con la proposta del Presidium del CEIC. Nessun partito comunista si oppose o comunicò obiezioni di alcun genere nei confronti della proposta. Nelle dichiarazioni delle stragrande maggioranza dei partiti comunisti venne sottolineato che lo scioglimento dell'I.C. non significava un indebolimento del legame ideologico fra i diversi reparti del movimento comunista mondiale e della solidarietà proletaria. Nella sua ultima riunione dell'8 giugno 1943 il Presidium del CEIC, constatato che tutte le sezioni avevano approvato all'unanimità la proposta di scioglimento del Comintern, dichiarò lo scioglimento del CEIC, del Presidium, della Segretaria del CEIC e della Commissione di controllo internazionale. Venne nominata una commissione per la liquidazione dell'attività, degli organi dell'apparato e delle proprietà dell'I.C. Il giorno successivo Dimitrov preparò un comunicato che conteneva la decisione presa nell'ultima seduta del Presidium e lo inviò alla Pravda, per la pubblicazione nell'edizione del 10 giugno».
Stalin riassume il 28 maggio 1943 le motivazioni dello scioglimento del Comintern in una risposta scritta alla domanda rivoltagli dal corrispondente dell'agenzia inglese Reuter a Mosca. Di seguito il testo tratto da: J. Degras, Storia dell'Internazionale comunista, vol. III, Feltrinelli, Milano 1975, pp. 517-518.
«Lo scioglimento dell'Internazionale comunista è opportuno e tempestivo perché facilita l'organizzazione dell'offensiva comune di tutte le nazioni che amano la libertà contro il comune nemico: l'hitlerismo. Lo scioglimento dell'Internazionale comunista è opportuno perché:
a) Smaschera la menzogna degli hitleriani secondo cui “Mosca”, a loro dire, intende intervenire nella vita delle altre nazioni e “bolscevizzarle”. Ora si mette fine a questa menzogna.
b) Smaschera la calunnia degli avversari del comunismo in seno al movimento operaio secondo cui i partiti comunisti nei vari paesi non agirebbero nell'interesse del loro popolo ma per ordini dall'esterno. Anche a questa calunnia si mette fine.
c) Facilita il lavoro dei patrioti di tutti i paesi per far confluire le forze progressiste dei rispettivi paesi, indipendentemente dal partito o dalla fede religiosa, in un solo campo di liberazione nazionale, per sviluppare la lotta contro il fascismo.
d) Facilita il lavoro dei patrioti di tutti i paesi per far confluire tutti i popoli che amano la libertà in un solo campo internazionale per la lotta contro la minaccia del dominio mondiale da parte dell'hitlerismo, aprendo così la via alla futura organizzazione di una convivenza delle nazioni basata sull'uguaglianza.
Penso che la somma di tutte queste circostanze sarà tale da produrre un ulteriore rafforzamento del fronte unico degli Alleati e delle altre nazioni unite nella loro lotta per vincere la tirannia hitleriana. Ritengo che lo scioglimento dell'Internazionale comunista sia assolutamente tempestivo: perché proprio adesso, mentre la belva fascista mette in opera le sue ultime energie, è necessario organizzare l'offensiva comune dei paesi amanti della libertà per dare il colpo mortale a questa belva e liberare gli uomini dall'oppressione fascista».
9. Sullo scioglimento della III Internazionale, Teoria & Prassi, n° 19, ottobre 2008.
10. Citato in Ibidem.

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