28 Aprile 2024

06. LA PACATA SOTTOMISSIONE DEL COSTA RICA

Dopo aver visto nel dettaglio alcuni esempi paradigmatici, diamo un rapido profilo a quanto accade in altri Stati del Centro-America. Nel Costa Rica, paese relativamente prospero della regione, si susseguono governi controllati dagli USA o comunque sostanzialmente filo-americani. Il principale dominatore della scena politica del primo trentennio di guerra fredda è il socialista moderato José Figueres, che nel 1975 confessa di aver lavorato con la CIA «in 20 mila modi diversi in tutta l'America Latina». Ciononostante la CIA cerca di ucciderlo due volte per la sua opposizione all'invasione della Baia dei Porci, per la sua eccessiva critica della politica estera statunitense e per un'eccessiva accoglienza a centinaia di esuli in fuga dalle varie dittature latinoamericane di destra. Quando poi negli anni '70 il Costa Rica osa avviare relazioni diplomatiche e commerciali con l'Unione Sovietica e il blocco socialista, vendendo loro caffè (di cui il paese è primo esportatore mondiale) ad un prezzo più conveniente, suona un campanello d'allarme. Williamson, l'ambasciatore statunitense (in realtà capo della stazione della CIA) cerca per un anno di convincere gli USA ad intervenire. Pochi mesi dopo viene avvistata una nave che forse trasporta armi per un colpo di Stato, o quantomeno questa è la denuncia fatta da tre parlamentari del Costa Rica, che chiamano in causa direttamente la CIA. La messa in stato d'allerta della Guardia Civil, la spaccatura interna tra “liberali” e “conservatori” sul da farsi, le rassicurazioni di Figueres sulla fedeltà all'alleanza con gli USA e la sua stessa volontà di minimizzare l'incidente convincono Washington a richiamare Williamson in patria.49 Figueres era salvo, nonostante l'evidenza di un paese posto a sovranità limitata. Si può ritenere che uno dei fattori di relativa pace del paese sia dovuto al fatto che la difesa dello Stato, dopo lo scioglimento delle forze regolari avvenuta nel 1949, sia affidata a una Guardia civile, il che ha permesso di distogliere risorse finanziarie in un discreto welfare state. In ogni caso quando nel 1982 le elezioni sono vinte dal socialista moderato Luis Alberto Monge Alvarez (dello stesso partito di Figueres, il Partito di Liberazione Nazionale), questo, rimasto coinvolto nella questione del Nicaragua, tiene una linea filo-statunitense e anti-sandinista, fornendo armi e basi per i contras.50 Nel 2010 l’Assemblea Legislativa costarichegna approva a grande maggioranza l’ingresso di circa 13 mila marines statunitensi con 46 navi d’appoggio, una portaerei e 200 elicotteri sul proprio territorio, il tutto giustificato per combattere il narcotraffico. Secondo Níkolas Stolpkin
«ciò lascia intravedere la prospettiva delle future aggressioni nella regione. Si può paragonare il volume di produzione di droga del Costa Rica con quello del Perù o della Colombia? Il Costa Rica è un pericolo tale da riempirlo di militari stranieri? Per quello che ne sappiamo, non costituisce alcun tipo di minaccia di alcun genere, piuttosto fa pensare che si tratta di pianificare un passaggio già previsto dall’impero: aggredire o invadere militarmente il Venezuela. Con questo accordo gli USA si affacciano sempre più minacciosi in America Latina. Prima lo spiegamento delle forze militari con l’attivazione della IV Flotta e l’invasione militare di Haiti usando il pretesto dell’aiuto umanitario. Ora quest’avanzata col pretesto della lotta al narcotraffico. È un altro anello dell’accerchiamento del Venezuela. Si ricordi che è già stato completato il dispiegamento di basi presso Aruba, Curazao, Colombia e Panamá, sempre col pretesto della lotta al narcotraffico. Il ceto politico del Costa Rica non ha partorito da solo la “brillante” idea di quest’accordo, invece è stata una precisa richiesta statunitense avanzata il 21 giugno dall’ambasciata».51
49. W. Blum, Il libro nero degli Stati Uniti, cit., pp. 125-127, 356-358.
50. Fonti usate: S. Kinzer, Costa Rica gets tougher on Contras, New York Times, 10 settembre 1986; Enciclopedia De Agostini, Costa Rica, Sapere.it.
51. N. Stolpkin, Il Costa Rica diventa una zona franca per aggredire il Venezuela, Rebelion.org-CCDP, 12 luglio 2010.

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