25 Aprile 2024

5.02 LA NASCITA DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL VIETNAM

Una prima fondamentale tappa nel cammino di emancipazione e Liberazione del popolo vietnamita dal dominio coloniale è la dichiarazione d’indipendenza del Vietnam, pronunciata da Ho Chi Minh il 2 settembre 1945 ad Hanoi43. La dichiarazione prevede che la Repubblica rimanga uno Stato autonomo all'interno dell'Unione Francese.
Il documento è utile anche per ricostruire la storia precedente alla riottenuta Liberazione, che però si sarebbe conclusa definitivamente solo 30 anni dopo, a seguito di un conflitto rinnovato con Francia e USA, incapaci di accettare un Vietnam a guida comunista:
«“Tutti gli uomini sono creati uguali. Essi sono dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, fra questi vi è la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità”.
Questa asserzione immortale fu fatta nella Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America nel 1776. In un senso più ampio, questo vuole dire: tutti i popoli sulla terra sono uguali dalla nascita, tutti i popoli hanno diritto a vivere, essere felici e liberi. La Dichiarazione della Rivoluzione francese fatta nel 1791 sui Diritti dell'Uomo e del Cittadino afferma anche: “Tutti gli uomini sono nati liberi e con uguali diritti e devono rimanere sempre liberi e avere uguali diritti”. Quelle sono verità innegabili. Ciononostante, per più di ottant'anni, gli imperialisti francesi, abusando del vessillo di Libertà, Uguaglianza e Fraternità, hanno violato la nostra Patria e oppresso i nostri concittadini. Essi hanno agito in contrasto con gli ideali di umanità e giustizia. Nel campo della politica, essi hanno spogliato la nostra gente di ogni libertà democratica. Essi hanno promulgato leggi inumane; hanno creato tre distinti regimi politici nel Nord, Centro e Sud del Vietnam in modo da rovinare la nostra unità nazionale ed impedire alla nostra gente di essere unita. Essi hanno costruito più prigioni che scuole. Hanno ucciso spietatamente i nostri patrioti; hanno affogato le nostre sollevazioni in fiumi di sangue. Essi hanno messo in catene l'opinione pubblica; hanno praticato l'oscurantismo contro il nostro popolo. Per indebolire la nostra razza ci hanno costretti ad usare oppio e alcol. Nel campo dell'economia, ci hanno ridotti all'osso, impoverito la nostra gente e devastato la nostra terra. Essi ci hanno derubati dei nostri campi di riso, delle nostre miniere, delle nostre foreste e delle nostre materie prime. Essi hanno monopolizzato l'emissione di cartamoneta e l'esportazione. Hanno inventato numerose e ingiustificabili tasse e ridotto il nostro popolo, specialmente i nostri contadini, ad uno stato di povertà estrema. Essi hanno impedito il prosperare della nostra borghesia nazionale; hanno sfruttato spietatamente i nostri lavoratori. Nell'autunno del 1940, quando i Fascisti giapponesi violarono il territorio dell'Indocina per stabilire nuove basi nella loro lotta contro gli Alleati, gli imperialisti francesi si inginocchiarono e diedero loro il nostro paese. Così, da quella data, la nostra gente fu sottoposta al doppio giogo dei francesi e dei giapponesi. Le loro sofferenze e disagi aumentarono. Il risultato fu quello che dalla fine dell'anno scorso all'inizio di quest'anno, dalla provincia di Quang Tri al nord del Vietnam, più di due milioni dei nostri concittadini morirono di fame. Il 9 marzo le truppe francesi furono disarmate dai giapponesi. I colonialisti francesi fuggirono o si arresero, mostrandoci non solo che erano incapaci di proteggerci, ma che nell'arco di cinque anni avevano venduto due volte il nostro paese ai giapponesi. In molte occasioni prima del 9 marzo, la Lega Vietminh esortò i Francesi ad allearsi contro i giapponesi. Invece di accettare questa proposta, i colonialisti francesi intensificarono così tanto le loro attività terroriste contro i membri Vietminh che prima di fuggire massacrarono un grande numero dei nostri prigionieri politici detenuti a Yen Bay e Cao Ban. Non opponendosi a tutto questo, i nostri concittadini hanno manifestato sempre verso i francesi un atteggiamento tollerante e benigno. Anche dopo il Putsch giapponese del marzo 1945, la Lega Vietminh aiutò molti Francesi a attraversare la frontiera, liberò alcuni di loro dalle prigioni giapponesi e protesse le vite e le proprietà francesi. Dall'autunno 1940 il nostro paese aveva, infatti, cessato di essere una colonia francese ed era divenuto un possesso giapponese. Dopo che i giapponesi si arresero agli Alleati, l'intero nostro popolo si sollevò per riguadagnare la propria sovranità nazionale e fondare la Repubblica Democratica del Vietnam. La verità è che noi abbiamo strappato la nostra indipendenza ai giapponesi e non ai francesi. I francesi sono fuggiti, i giapponesi hanno capitolato, l'Imperatore Bao Dai ha abdicato. Il nostro popolo ha rotto le catene che per quasi un secolo lo hanno imprigionato e ha guadagnato l'indipendenza per la Patria. Il nostro popolo allo stesso tempo ha sovvertito il regime monarchico che ha regnato supremo per dozzine di secoli. Al suo posto è stata creata la presente Repubblica Democratica. Per queste ragioni, noi, membri del Governo Provvisorio, rappresentando l'intero popolo vietnamita, dichiariamo che da ora in poi rompiamo tutte le relazioni di carattere coloniale con la Francia; noi abroghiamo tutti gli obblighi internazionali che Francia ha sottoscritto finora per conto del Vietnam e aboliamo tutti i diritti speciali che i francesi hanno acquisito illegalmente nella nostra Patria. L'intero popolo Vietnamita, animato da uno scopo comune, è determinato a lottare allo stremo contro qualsiasi tentativo dei Colonialisti francesi di riconquistare il suo paese. Noi siamo convinti che le nazioni Alleate che a Teheran e a San Francisco hanno riconosciuto il principio di autodeterminazione e l'uguaglianza delle nazioni, non rifiuteranno di riconoscere l'indipendenza del Vietnam. Un popolo che si è opposto coraggiosamente alla dominazione francese per più di ottanta anni, un popolo che ha lottato fianco a fianco con gli Alleati contro i Fascisti durante questi ultimi anni, tale popolo deve essere libero e indipendente. Per queste ragioni, noi, membri del Governo Provvisorio della Repubblica Democratica del Vietnam, solennemente dichiariamo al mondo che il Vietnam ha diritto di essere un paese libero e infatti già lo è. L'intero popolo vietnamita è determinato a mobilitarsi con tutta la propria forza fisica e mentale, sacrificare le proprie vite e proprietà per salvaguardare la propria indipendenza e libertà».
43. Ivi, pp. 134-136.

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