24 Aprile 2024

11.4. DEMONIZZAZIONE DI STALIN E MITOLOGIA POLITICA

«La tesi cara a Chruščev dell'insensata fiducia riposta da Stalin nel rispetto del patto di non aggressione da parte di Stalin è stata successivamente utilizzata da Hannah Arendt al fine di affermare la profonda affinità elettiva che sussisterebbe tra i due dittatori e tra le due incarnazioni del totalitarismo. Sennonché, il quadro tracciato nel Rapporto Segreto risulta ormai così insostenibile, che ai giorni nostri si assiste ad un vero e proprio rovesciamento. Da alcuni anni, autorevoli studiosi e infaticabili ideologi anticomunisti insistono nel dipingere Stalin come un espansionista insaziabile, pronto a colpire al momento opportuno la stessa Germania con la quale pure si appresta a stipulare un patto di non aggressione: è quello che emergerebbe dal discorso pronunciato al Politbjuro del PCUS il 19 agosto 1939, solo nove giorni prima dell'incontro e dell'accordo tra Molotov e Ribbentropp. Il già visto imponente sviluppo degli armamenti sovietici sarebbe stato promosso da Stalin in previsione di una guerra offensiva, contro la quale Hitler cerca di correre ai ripari. Questa tesi oggi agitata dal revisionismo storico può essere agevolmente confutata facendo intervenire quanto riporta un autore che pure è tra gli esponenti di punta di questa corrente storiografica e ideologica: già agli inizi del maggio 1941, il generale Antonescu, che aveva da poco assunto il potere in Romania, informa i suoi alleati tedeschi che “le fabbriche dei dintorni di Mosca hanno avuto ordine di trasferire le loro attrezzature all'interno del paese”. D'altro canto, i nazisti erano disperatamente alla ricerca di un casus belli. Il capo dello spionaggio, l'ammiraglio Canaris annota nel suo diario: “Il generale Jodl mi ha rivelato che sono molto preoccupati per l'atteggiamento morbido e indulgente dei sovietici nei nostri confronti, e […] ha aggiunto, in parte scherzando: 'Se quegli individui (intendendo i sovietici) continueranno ad essere così accomodanti e a lasciar correre tutto, sarà Lei a dover organizzare un incidente che dia inizio alla guerra'”. Intanto, disarcionando gli storici revisionisti dal loro nuovo cavallo di battaglia, queste testimonianze evidenziano in modo inequivocabile chi è l'aggressore. In secondo luogo, chiariscono che ad innervosire il Terzo Reich, era proprio l'atteggiamento da Chruščev rimproverato a Stalin. Resta il fatto che il nuovo capo d'accusa contro Stalin ha trovato subito la sua consacrazione in una crescente produzione storiografica e nella grande stampa d'informazione: è l'occasione per ridiscutere la tesi sviluppata da Arendt, grazie anche al Rapporto Chruščev, dell'affinità elettiva e dell'amore tenace tra le due massime incarnazioni del “totalitarismo”? Nulla di tutto questo. L'ideologia dominante può tranquillamente agitare le affermazioni e le accuse più contraddittorie: l'importante è che siano infamanti. È la riprova che ci si muove sul terreno della mitologia politica».70
70. Ibidem.

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