27 Aprile 2024

6.11. SULL'EPURAZIONE DEL 1937-38, LE “GRANDI PURGHE”

«nell'estate del 1941, dopo l'invasione nazista dell'URSS, Joseph E. Davies, ex ambasciatore in Unione Sovietica, scrisse: “In Russia è mancata la cosiddetta 'aggressione interna' pronta a collaborare con il Comando Supremo tedesco. La marcia di Hitler su Praga nel 1939 fu accompagnata dall'attivo appoggio militare delle organizzazioni di Henlein in Cecoslovacchia; lo stesso avvenne nell'invasione della Norvegia. Nel quadro russo invece non vi furono né Henlein alla maniera sudetica, né Tiso a quella slovacca, né Degrelle del tipo belga, né Quisling come in Norvegia... Il perché di questo va cercato nei cosiddetti processi di tradimento o di epurazione a cui avevo assistito e di cui avevo sentito parlare nel 1937 e nel 1938. Riesaminando da sotto una nuova visuale i resoconti di quei processi e rivedendo quel che io stesso ne avevo allora scritto, mi avvidi che, praticamente, tutti i metodi dell'attività della quinta colonna tedesca, quale ora la conosciamo, erano stati scoperti e messi a nudo dalle confessioni e dalle deposizioni rese in questi processi dai Quisling russi. […] Tutti quei processi, epurazioni e liquidazioni che sembrarono allora tanto violenti e che scandalizzarono il mondo, appaiono ora chiaramente come uno degli aspetti del vigoroso e risoluto sforzo del governo di Stalin per proteggersi non solo da una rivoluzione all'interno, ma anche da un attacco dall'esterno, si misero a lavorare per ripulire il paese da tutti gli elementi che potessero tradire, e i casi dubbi furono tutti risolti a favore del governo. Nel 1941 non ci furono in Russia affiliati alla quinta colonna: erano stati tutti giustiziati in precedenza. L'epurazione aveva ripulito il paese, liberandolo dal tradimento. La quinta colonna dell'Asse in Unione Sovietica era stata schiacciata”.»175
Dopo quanto esposto finora, diventa comprensibile capire come si arrivò alle “Grandi Purghe” del 1937-38 che vennero indirizzate contro ogni possibile quinta colonna interna direttamente o indirettamente favorevole ad un'invasione straniera ormai prossima. Occorre però anche qui approfondire e modificare la versione data finora. Vediamo come andò realmente, sempre con Martens176:
«L'epurazione cominciò con un decreto-legge firmato da Stalin e Molotov. Ezov firmò poi gli ordini esecutivi che condannavano a morte 75.950 persone la cui irriducibile ostilità contro il potere sovietico era riconosciuta: criminali comuni, Kulaki, controrivoluzionari, spie ed elementi antisovietici. I casi dovevano essere esaminati da una trojka composta dal segretario del Partito, dal presidente del Soviet locale e dal capo della NKVD. Ma già dal settembre 1937, i responsabili dell'epurazione a livello regionale e gli inviati speciali della Direzione presentarono delle domande per aumentare la quota degli elementi antisovietici che si sarebbero potuti giustiziare. L'epurazione fu caratterizzata spesso dall'inefficienza e dall'anarchia. […] Alcuni segretari regionali cercavano di dimostrare la loro vigilanza denunciando ed espellendo un gran numero di quadri inferiori e di membri ordinari. Oppositori nascosti all'interno del Partito brigavano per espellere il maggior numero possibile di quadri comunisti leali. A questo proposito un oppositore testimoniava: “Cercavamo di espellere più persone possibili dal Partito. Espellevamo delle persone quando non c'era nessuna ragione per farlo. Avevamo un solo scopo: aumentare il numero di persone esasperate, accrescendo così il numero dei nostri alleati”. Dirigere un paese gigantesco, complesso e che aveva sempre dei grandi ritardi da recuperare, era un compito di una difficoltà estrema. Nei molteplici ambiti strategici, Stalin si concentrava sull'elaborazione delle linee generali. Poi contava sui suoi collaboratori per la loro realizzazione. Così, per applicare la direttiva sull'epurazione, sostituì Jagoda, un liberale immischiato nei complotti degli oppositori, con un vecchio bolscevico di origine operaia, Ezov. Ma dopo tre mesi di epurazione diretta da Ezov, si manifestarono già dei segnali che denotavano che Stalin non era soddisfatto dello svolgimento dell'operazione. […] Nel dicembre del 1937, si celebrò il ventesimo anniversario della NKVD. […] Contro ogni aspettativa, Stalin non fu presente al meeting centrale. Alla fine di dicembre del 1937 furono esonerati dalle loro funzioni tre deputati commissari della NKVD. Nel gennaio 1938, il Comitato Centrale pubblicò una risoluzione sull'andamento dell'epurazione. Riaffermava la necessità della vigilanza e della repressione contro i nemici e le spie. Ma criticava soprattutto la “falsa vigilanza” di certi segretari di Partito che attaccavano la base per proteggere la propria posizione. […] La risoluzione segnalava due grandi problemi organizzativi e politici che facevano cambiare corso all'epurazione: la presenza di comunisti che cercavano unicamente di far carriera e la presenza, tra i quadri, di nemici infiltrati. […] Tokaev credeva probabile che gli oppositori anticomunisti avessero provocato degli eccessi durante l'epurazione per screditare e indebolire il Partito. Scriveva: “La paura di essere sospettati di mancanza di vigilanza spingeva dei fanatici locali a denunciare non solo dei buchariniani, ma anche dei malenkoviani, degli ezovisti, perfino degli stalinisti. Certo, non è impossibile che fossero anche spinti ad agire così da oppositori clandestini! […] Berija, durante una riunione congiunta del Comitato Centrale e del Comitato Centrale di Controllo, tenuta nell'autunno del 1938, dichiarò che se Ezov non era un agente nazista consapevole, lo era certo involontariamente. Aveva trasformato i servizi centrali della NKVD in un covo di agenti fascisti”.
Gardinasvili, uno dei miei migliori contatti, ebbe un colloquio con Berija proprio prima che quest'ultimo fosse nominato capo della polizia. Gardinasvili domandò a Berija se Stalin non si rendesse conto dello sconcerto provocato da un numero così alto di esecuzioni; se non si fosse reso conto che il regime del terrore si era spinto troppo oltre ed era diventato controproducente; uomini ai più alti livelli si chiedevano se all'interno della NKVD non si fossero infiltrati degli agenti nazisti che usavano la loro posizione per screditare il nostro paese. La replica realista di Berija fu che Stalin era ben conscio di tutto ciò, ma che c'era una difficoltà pratica: il ritorno improvviso alla “normalità” in uno Stato delle dimensioni dell'URSS, controllato centralmente, era un compito immenso. Per di più esisteva un pericolo reale di guerra, e il governo doveva mostrarsi molto prudente quando si trattava di distensione”.»
In ogni caso l'11 novembre 1938, Stalin e Molotov firmarono un decreto categorico, per porre fine agli eccessi riscontrati durante l'epurazione.
«Le operazioni generali condotte dalla NKVD per annientare e distruggere i nemici, realizzate tra il 1937 e il 1938, quando le procedure di istruzione e di giudizio erano state semplificate, dovevano necessariamente portare al verificarsi di numerosi e gravi difetti nel lavoro degli organismi della NKVD e della Procura. Per di più, i nemici del popolo e le spie dei servizi segreti stranieri si sono infilati negli organismi della NKVD sia a livello centrale che locale. Hanno cercato in tutti i modi di confondere i dossier di istruzione. Alcuni agenti falsificavano scientemente le leggi sovietiche, procedevano ad arresti di massa e ingiustificati, e allo stesso tempo proteggevano i loro accoliti, in particolare coloro che si erano infiltrati negli organismi della NKVD. I limiti assolutamente intollerabili osservati nel lavoro degli organismi della NKVD e della Procura sono stati possibili solo perché i nemici del popolo che si sono intrufolati negli organismi della NKVD e della Procura hanno usato tutti i mezzi per separare il lavoro degli organismi della NKVD e della Procura dagli organismi del Partito, per sfuggire al controllo e alla direzione del Partito e facilitare in questo modo per essi stessi e per i loro accoliti la continuazione delle loro attività antisovietiche. Il Consiglio dei commissari del popolo e il Comitato Centrale del PC(b) dell'URSS decidono:
1. Proibire agli organismi della NKVD e della Procura di effettuare qualsiasi operazione di arresto e di deportazione di massa».
Per Martens «l'epurazione del 1937-1938 raggiunse complessivamente il suo obiettivo. È vero che ci furono non pochi errori e guasti che, probabilmente, non era stato possibile evitare data la situazione interna del Partito, ma la maggior parte degli uomini della quinta colonna nazista furono eliminati durante l'epurazione. E quando i fascisti attaccarono l'URSS, trovarono pochissimi collaboratori nell'apparato dello Stato e del Partito».177
Qui forse Martens esagera. È indubbio che le condizioni oggettive pesarono notevolmente sulla modalità con cui venne attuata l'epurazione, ma per capire come questi eccessi siano degenerati colpendo migliaia (e non milioni, come si è spesso detto) di innocenti occorre fare un approfondimento sulla figura di Ezov e sui suoi limiti soggettivi e politici. Per fare ciò occorre seguire altre fonti dato che Martens ne approfondisce la figura.
175. M. Sayers & A. E. Kahn, La grande congiura, cit., cap. 20, paragrafo 4 - Finale.
176. L. Martens, Stalin, pp. 234-239.
177. L. Martens, Stalin, p. 242.

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