16 Aprile 2024

16. LUDWIG WITTGENSTEIN, FILOSOFO SIMPATIZZANTE DELL'URSS

Nel 1935 Ludwig Wittgenstein rimane folgorato dal socialismo. Visita l’URSS e per alcuni anni, attirato anche da una cattedra all'Università di Kazan offerta dal PCUS, coltiva addirittura l’idea di trasferirvisi, convinto che questo paese rappresenti un’alternativa valida e necessaria alla decadenza dell’Occidente. «La tirannia comunista non mi indigna... l’URSS è un paese duro ma giusto». Chi è Ludwig Josef Johann Wittgenstein (Vienna, 26 aprile 1889 – Cambridge, 29 aprile 1951)?
È stato un filosofo, ingegnere e logico austriaco, autore di contributi di capitale importanza alla fondazione della logica e alla filosofia del linguaggio. Unico libro pubblicato in vita da Wittgenstein è il Tractatus logico-philosophicus, la cui prefazione viene curata dal filosofo e matematico Bertrand Russell, suo maestro; tale libro è considerato una delle opere filosofiche più importanti del Novecento, nonostante abbia una struttura di fondo di tipo idealista e non materialista (anche se su tali aspetti gli storici della filosofia discutono ancora, così come sulle interpretazioni politiche della sua filosofia). Le raccolte di appunti, le lezioni, i diari, le lettere – che costituiscono tutto il resto della sua vastissima opera, detta nel complesso “il secondo Wittgenstein” - sono state pubblicate solo dopo la sua morte.
Bertrand Russell lo ha descritto come «il più perfetto esempio di genio che abbia mai conosciuto: appassionato, profondo, intenso, e dominante». Wittgenstein non è certamente marxista: «non ha mai scritto di politica, né di rivoluzioni o di alienazione sociale», per dirla con Davide Sparti. Eppure Kimberley Cornish nel 1998 ha fatto uscire un libro in cui sostiene che l'ebreo Wittgenstein, peraltro coetaneo e compagno di scuola di Hitler, fosse un profondo oppositore del nazismo. Avrebbe addirittura coordinato spie filo-sovietiche nella Cambridge degli anni Trenta (i “magnifici cinque”), nella convinzione che «solo il Comintern potesse far barriera al nazismo». Personaggio enigmatico e sfuggente, Wittgenstein, riservato e burbero a detta di alcuni. «Non sono pochi, fra coloro che lo hanno conosciuto, a considerarlo piuttosto un anarchico. Non diversamente da molti radicali di sinistra, sembra che egli scorgesse nella rivoluzione russa un evento promettente».
Ricorda G. H. Von Wright: «L'unica rivista che gli ho visto leggere senza fare critiche fu The New Statesman and Nation, che era assai più in sintonia con i gusti degli intellettuali di sinistra che con quelli dei conservatori apolitici». Conclude Sparti: «È inoltre noto che fra gli amici e conoscenti di Cambridge Wittgenstein annoverasse i marxisti Piero Sraffa, George Thomson, Maurice Dobb e Nicolas Bachtin».
Abbiamo infine i ricordi di Rush Rhees, uno dei pupilli di Wittgenstein negli anni '30:
«Verso la fine della guerra del 1939-45 ci siamo chiesti come la gente dei diversi paesi d'Europa potesse ritrovare una vita normale. Wittgenstein diceva di continuo che “la cosa importante è che la gente abbia il lavoro”. […] Pensava che il nuovo regime in Russia fornisse un lavoro per la massa del popolo».
Ci sono numerose testimonianze indirette delle idee di Wittgenstein. Curiosa una lettera di raccomandazioni di Keynes in cui scrive del filosofo: «Non è un membro del Partito Comunista, ma ha forti simpatie con il modo di vivere che crede si stia costruendo in Russia».33
33. Fonti usate: D. Sparti (a cura di), Wittgenstein politico, Feltrinelli, Milano 2000, pp. 7-8; A. Rosselli, Intellettuali progressisti e marxismo, cit.; le ultime due citazioni sono tratte da R. Lichtenstein, Was Wittgenstein A Leftist?, Anti-dialectis.co.uk, 2017, un approfondito saggio che sarebbe interessante tradurre interamente in italiano; Wikipedia, Ludwig Wittgenstein e Wikipedia (en), The Jew of Linz.

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