20 Aprile 2024

18. IL FISICO PARTIGIANO JEAN FREDERIC JOLIOT-CURIE

Jean Frédéric Joliot-Curie (19 marzo 1900 – 14 agosto 1958) è un fisico francese che nel 1925 diventa assistente di Marie Curie presso l'Istituto Curie. Innamoratosi della figlia Irène Curie, i due si sposano e subito dopo il loro matrimonio, nel 1926, cambiano entrambi i loro cognomi in Joliot-Curie. I due collaborano nell'attività di ricerca sulla struttura dell'atomo, in particolare sul nucleo atomico, dando un contributo essenziale alla scoperta del neutrone. Nel 1935 sono entrambi insigniti del premio Nobel per la chimica. Nel 1935 Jean lascia l'Istituto Curie per insegnare al Collège de France, lavorando sulle reazioni a catena e sulla costruzione di un reattore nucleare basato sulla fissione per generare energia attraverso l'uso di uranio e acqua pesante. Joliot è uno degli scienziati menzionati nella lettera Einstein-Szilárd, inviata a Franklin Roosevelt, come uno dei maggiori studiosi delle reazioni a catena. La seconda guerra mondiale impedisce però la prosecuzione della ricerca di Joliot, che si impegna attivamente per evitare che le scoperte ottenute cadano nelle mani dei nazisti: a seguito dell'invasione tedesca della Francia (1940), Joliot nasconde tutta la documentazione del proprio lavoro svolto consegnandola ai colleghi Hans von Halban e Lew Kowarski, che fuggono in Inghilterra. Dalla scienza alla Resistenza: Joliot diventa Presidente del Fronte Nazionale di Liberazione. Dopo la guerra diventa direttore del Centre national de la Recherche Scientifique e primo Alto Commissario per l'Energia Atomica della Francia. Nel 1948 sovrintende alla costruzione del primo reattore nucleare francese.
Nel 1951, in piena guerra fredda, è deposto da tale carica per inaffidabilità politica, a causa della sua adesione al PCF (avvenuta nel 1944) e per sue dichiarazioni di tal fatta:
«mai scienziati progressisti e comunisti avrebbero collaborato ad una guerra contro l’Unione Sovietica». Nel frattempo si era infatti rafforzato il suo impegno politico, come spiega Frederico Carvalho36 ricordando come, grazie alla mobilitazione degli scienziati, nasca, subito dopo la fine della guerra, nel 1946,
«la Federazione Mondiale dei Lavoratori Scientifici (FMTC), della quale Frédéric Joliot-Curie, premio Nobel della chimica per la scoperta della radioattività artificiale (1935), è stato uno dei promotori nonché il primo Presidente. […] Joliot-Curie, físico nucleare, era […] un pacifista. Deciso oppositore dell'utilizzo dell'energia nucleare per scopi militari, è stato, tra il 1949 e il 1958 (anno nel quale è morto), il Presidente del Consiglio Mondiale della Pace. Nel pieno del conflitto Est-Ovest, comunemente conosciuto come “Guerra Fredda”, la FMTC ha tentato, con successo, di proporsi come punto di incontro degli scienziati dell'uno e dell'altro blocco della “cortina di ferro”, costituendosi come luogo di dibattito e conciliazione tra le diverse posizioni, mantenendo sempre come obiettivo primario la difesa della Pace, principio iscritto anche nel suo statuto».
Joliot-Curie viene omaggiato con il Premio Stalin per la pace nel 1950. È anche uno degli 11 firmatari del Manifesto Russell-Einstein nel 1955, documento con cui si invitano gli scienziati di tutto il mondo a discutere sui rischi per l'umanità prodotti dall'esistenza delle armi nucleari. In suo onore è stato denominato Joliot un cratere lunare.37
36. F. Carvalho, Sulla situazione della ricerca di base nella Russia post-sovietica e il sindacalismo dei lavoratori scientifici, Resistir-CCDP, 24 ottobre 2008.
37. Fonti usate per il resto dell'esposizione: Enciclopedia De Agostini, Joliot-Curie, Frédéric, Sapere.it; A. Gandolfi (a cura di), Irène Joliot-Curie, Aif.it; Wikipedia, Frédéric Joliot-Curie.

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