19 Aprile 2024

30.2. BISOGNA SAPERSI SPORCARE LE MANI QUANDO SERVE

«Come tieni alla purezza, ragazzo! Come hai paura di sporcarti le mani. Ebbene, resta puro! A che cosa servirà e perché vieni tra noi? La purezza è un’idea da fachiri, da monaci. Voialtri, intellettuali, anarchici, borghesi, vi trovate la scusa per non fare nulla. Non fare nulla, restare immobili, stringere i gomiti al corpo, portare i guanti. Io, le mani, le ho sporche. Le ho affondate nella merda e nel sangue fino ai gomiti».
«Hoederer: Allora perché sei venuto tra noi? Se non si amano gli uomini, non si può lottare per loro.
Hugo: Sono entrato nel Partito perché la sua causa è giusta e non ne uscirò che quando essa avrà cessato di esserlo. Quanto agli uomini, non mi interessa quello che sono, ma quello che potranno diventare.
Hoederer: E io li amo per quello che sono. Con tutte le loro porcherie e i loro vizi. Amo la loro voce, le loro mani calde che prendono, e la loro pelle, la più nuda di tutte le pelli, e il loro sguardo inquieto, e la lotta disperata che portano a uno a uno contro la morte e l’angoscia. Per me conta, un uomo di più o di meno nel mondo. È prezioso. Tu, ti conosco bene, ragazzo, sei un distruttore. Gli uomini li detesti, perché detesti te stesso; la tua purezza assomiglia alla morte, e la rivoluzione che sogni non è la nostra: tu non vuoi cambiare il mondo, vuoi farlo saltare».
Le due citazioni sono tratte da Le mani sporche (1948)65. Fra tutte le opere teatrali di Sartre è la più discussa e contrastata a causa del suo contenuto politico, dei problemi sollevati e della strumentalizzazione di cui è stata oggetto. La vicenda narrata, seppur trasposta in un mondo fittizio, è ispirata dall'esecuzione di Lev Trockij da parte del suo segretario Ramón Mercader, agente sovietico. Al di là del contingente, essa rappresenta più in generale la difficoltà di conciliare la ricerca di un mondo migliore da parte di un istinto morale “puro”, con la necessità di scendere a compromessi, talvolta anche brutali e violenti, al fine di salvaguardare alcune conquiste e ottenere alcuni progressi materiali e politici.
La difficoltà sta nel raggiungimento di una sintesi dialettica tra pragmatismo ed etica umanitaria, di modo da mantenere sempre l'obiettivo ultimo del socialismo senza cedere né al bieco opportunismo politicista, né allo sterile orgoglio di chi non accetta alcun compromesso per mantenersi moralmente puro, risultando così incapace di agire sulla realtà. La Storia insegna che non è compito facile, ma è necessario continuare a provarci.
65. Per una maggiore contestualizzazione dell'opera si rimanda a E. Sturani, «Le mani sporche» di Sartre, Belfagor-Jstor.org, vol. 19, n° 3, 31 maggio 1964, pp. 351-354.

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