24 Aprile 2024
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INTRODUZIONE TEORICA AL MARXISMO-LENINISMO E AI SUOI LIMITI

08-01-2023 07:43 - Le nostre notizie
2 gennaio 2023

È terminata la pubblicazione della sezione dedicata ad alcuni degli uomini e donne più straordinari dell'epoca contemporanea (Intellettuali e artisti al servizio del progresso sociale), che ha approfondito le vite e le opere delle seguenti grandi personalità della storia del '900:

01. MAJAKOVSKIJ, IL POETA DELL'OTTOBRE ROSSO
02. ĖJZENSTEJN, UN MONTAGGIO D'AVANGUARDIA RIVOLUZIONARIO
03. EL LISICKIJ, L'AVANGUARDIA ARTISTICA AL SERVIZIO DEL SOCIALISMO
04. LUNACARSKIJ, IL FILOSOFO CHE ALFABETIZZÒ L'URSS
05. LA SCIENZIATA COMUNISTA EUGÉNIE COTTON E LA FDIF
06. BERTOLT BRECHT, IL PERFETTO INTELLETTUALE ORGANICO
07. I ROMANZI ANTICAPITALISTI DI THEODORE DREISER
08. LE DENUNCE OPERAISTE DI UPTON SINCLAIR
09. LA VITA MILITANTE DI ERNEST HEMINGWAY
10. FEDERICO GARCIA LORCA, POETA SPAGNOLO ANTIFASCISTA
11. IL FILOSOFO GEORGES POLITZER, PARTIGIANO COMUNISTA
12. IL TEATRO ANTIBORGHESE DI GEORGE BERNARD SHAW
13. HENRI BARBUSSE, UN GENIO LETTERARIO CANCELLATO DALLA MEMORIA
14. IL COMUNISMO “ERETICO” DI WALTER BENJAMIN
15. LA SCELTA SOCIALISTA DI EINSTEIN
16. LUDWIG WITTGENSTEIN, FILOSOFO SIMPATIZZANTE DELL'URSS
17. JOHN DESMOND BERNAL: DAI RAGGI X AL PREMIO STALIN PER LA PACE
18. IL FISICO PARTIGIANO JEAN FREDERIC JOLIOT-CURIE
19. PABLO PICASSO, ARTISTA COMUNISTA
20. NÂZIM HIKMET, POETA DELL'AMORE E DEL COMUNISMO
21. LA VITA RIVOLUZIONARIA DI CHARLIE CHAPLIN
22. L'AFFLATO PER LA GIUSTIZIA DELLO SCRITTORE HOWARD FAST
23. LO SCENEGGIATORE COMUNISTA DONALD TRUMBO
24. PABLO NERUDA, IL POETA MILITANTE DEGLI OPPRESSI
25. ANNA SEGHERS, LA SCRITTRICE SIMBOLO DELLA DDR
26. JORGE AMADO, SCRITTORE BRASILIANO COMUNISTA
27. LOUIS ARAGON, IL SURREALISMO AL SERVIZIO DEL PCF
28. LA LOTTA ANTIRAZZISTA E FILOSOVIETICA DI PAUL ROBESON
29. L'ARCHITETTURA SOCIALISTA DI OSCAR NIEMEYER
30. LA VITA RIVOLUZIONARIA DEL FILOSOFO JEAN-PAUL SARTRE
31. MAURICE DOBB, UN ECONOMISTA MARXISTA
32. LA SCELTA COMUNISTA DI JOSÈ SARAMAGO
33. IL REALISMO MAGICO E SOCIALISTA DI GABRIEL GARCIA MARQUEZ
34. L'INTELLETTUALE MILITANTE GYÖRGY LUKÁCS, GIGANTE DEL MARXISMO
35. ANGELA DAVIS, COMUNISTA PERCHÉ NERA E OPPRESSA
36. IL FILOSOFO ALEKSANDR ZINOV'EV, EX DISSIDENTE SOVIETICO

Si affronta ora un argomento più specificamente “militante”, ossia la breve Introduzione teorico-politica: le basi del marxismo-leninismo, divisa in sei macro-sezioni, ulteriormente articolate in micro-capitoli, ognuno dei quali con relative sotto-sezioni:

A. L'IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE POLITICA
B. COME NASCE E CHE COS'È IL SOCIALISMO
C. LA NECESSITÀ DELLA RIVOLUZIONE
D. L'ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO COMUNISTA
E. LA LOTTA DI CLASSE: NON SOLO CONFLITTO CAPITALE-LAVORO
F. COMPENDIO DEL CAPITALE DI MARX

Il lavoro in questione, posto all'inizio dell'opera Storia del Comunismo, è stato realizzato per la prima volta nel 2015 con l'obiettivo di fornire una dispensa di formazione alla giovanile del Partito della Rifondazione Comunista in vista dell'assemblea nazionale dei Giovani Comunisti. All'epoca niente del genere era a disposizione degli iscritti e si lamentava da più parti la necessità di uno strumento di base da cui partire per un'elaborazione condivisa. La sconfitta (non elettorale ma burocratica) dell'ala leninista subita in quel frangente impedì ovviamente che tale lavoro diventasse uno strumento ufficiale a disposizione di quell'organizzazione. Riuscimmo comunque a farla adottare formalmente alla giovanile di Milano e, tramite quel viatico, a darne pubblicazione sul sito nazionale. Nonostante gli ultimi tentativi siano andati avanti ancora per un paio di anni il PRC si è sempre guardato bene dal dare ulteriore spazio a simili contenuti che osavano riprendere la questione del materialismo dialettico e del leninismo, con tutto quel che questo riguardava (imperialismo, centralismo democratico, questione sindacale, ecc.). Basterà notare come a seguito di quei fatti quell'organizzazione si sia dotata di una pregevole quanto ridondante biblioteca virtuale: pregevole per gli intellettuali interessati ad approfondire questo o quella questione specifica; ridondante, e quindi inutile, per dare al militante medio uno strumento di partenza, perché presentare una mole tale di scritti rende impossibile per un ampio numero di soggettività acquisire la medesima visione del mondo, e con essa, le competenze essenziali di quella che all'epoca chiamavamo una “cassetta degli attrezzi”. Non tralasciamo inoltre, per il lettore attento, il fatto che tale biblioteca in questione continui a presentare anche un'intera sezione sul cosiddetto “stalinismo”, roba da far invidia alle cattedre di sovietologia pilotate dalla CIA, oltre alla presenza di una serie di autori e opere che sicuramente vanno in una direzione molto critica nei riguardi del marxismo-leninismo.
Perché tornare sulle inadeguatezze del PRC? Perché ciò che è assodato per alcuni è ancora inedito per altri, e purtroppo l'influenza nefasta di tale marxismo anti-leninista è un peccato e un problema tuttora persistente, visto che nel campo della sinistra di classe in termini puramente elettorali continua ad esserci una sorta di competizione interna tra il blocco riconducibile a Unione Popolare (di cui il PRC è uno dei due perni assieme a PAP) e le aggregazioni politiche che ruotano essenzialmente attorno al Partito Comunista, accusato più volte negli ultimi anni di connivenza teorica e pratica con la destra estrema per aver semplicemente orientato la propria azione politica su basi leniniste. Nessuno vorrà negare che il PC abbia fatto errori in passato, e chi è senza peccato scagli qui la prima pietra, ma mi sembra continui a mancare consapevolezza del fatto che la gran parte dei “crimini” che gli si imputano dipendono in realtà dalla pressoché nulla conoscenza dei fondamenti teorici che hanno guidato il movimento comunista internazionale nell'ultimo secolo. Tale è stata l'influenza di correnti come il riformismo, il revisionismo e il trockijsmo, che ancora oggi continuano ad esserci “comunisti” che si pensano e si presentano tali, ma che agiscono e pensano da piccolo-borghesi al servizio inconsapevole del grande Capitale transnazionale.
Se occorre ribadire, specie ai neofiti e alle nuove generazioni, quali sono alcuni dei problemi essenziali che impediscono di rafforzare in maniera significativa il movimento comunista, è anche vero che la soluzione ai nostri problemi non può consistere semplicemente nel ricostruire un blocco sociale più ampio restaurando l'antico verbo dei nostri maestri del secolo passato. Mi sembra rimanga tuttora valido e inevaso quanto scritto un anno dopo la pubblicazione della Storia del Comunismo, più o meno nello stesso periodo in cui andava alle stampe il libro Il totalitarismo “liberale”:
«Non ci si può inoltre limitare a riproporre il marxismo-leninismo così come presentato 100 anni fa. Per quanto esso sia la necessaria base da cui ripartire, risultando la teoria più avanzata mai maturata dal movimento comunista, occorre un aggiornamento alle lezioni storiche dell'ultimo secolo, stante il rischio di enfatizzare analisi e modelli che in alcuni punti sono invecchiati male o diventati anacronistici per la fase attuale. Il rischio di essere definito revisionista e la diffidenza che può scaturire da tali ragionamenti sono comprensibili, eppure si tratta di rischi che bisogna correre. La difficoltà maggiore in tal senso sta nel tenere fermi i princìpi e gli elementi rimasti tuttora validi degli insegnamenti dei “classici”, e proporre soluzioni inedite o elaborate da altri autori più moderni per quel che riguarda i problemi che ha riscontrato lo stesso marxismo-leninismo nelle sue varie applicazioni storiche. Quel che mi sembra prioritario è lavorare a riscoprire il metodo di analisi scoperto ed usato da Marx, Engels, Lenin: il materialismo dialettico e il materialismo storico. Un intellettuale collettivo potrà crescere solo se sarà capace non di studiare a memoria le citazioni dei “classici”, ma di ragionare e analizzare la realtà come fecero loro, con una forma mentis completamente alternativa a quella borghese. Se ho ragione nel definire l'attuale società una forma di “totalitarismo liberale”, occorrerà necessariamente attrezzarsi per una battaglia ideologica di lunga durata, molto più intensa e difficile di quella che aveva teorizzato lo stesso Gramsci. La costruzione dei quadri dirigenti comunisti del futuro sarebbe sicuramente agevolata e accelerata, qualitativamente e quantitativamente, dalla possibilità di riscoprire un tale strumento che è stato ripudiato dal “marxismo occidentale”, con le conseguenze disastrose che sono sotto gli occhi di tutti».
Da quando ho lanciato la collana Storia del socialismo e della lotta di classe ho pubblicato due volumi: il già citato Il totalitarismo liberale e l'opera di analisi dedicata agli USA che conferma storicamente quanto detto nel primo volume: Ascesa e declino dell'impero statunitense, vol. 1 – Genesi di un regime elitario (dalle origini al 1945).
Nel progetto iniziale avrei dovuto dedicarmi immediatamente alla questione del rinnovamento della teoria. Ragioni personali e teoriche mi hanno invece impantanato nel fango statunitense e nella pandemia covid. Se all'inizio del 2023 non ho ancora realizzato il volume sulla teoria non è certamente un caso, ma ciò dipende dalle grosse difficoltà teoriche in cui mi sono imbattuto approfondendo le questioni conseguenti al totalitarismo “liberale”, oltre che ai problemi irrisolti a livello teorico e pratico nel movimento marxista, aggravati dal contesto inedito e sempre più accelerato della terza guerra mondiale in atto. Mi rendo sempre più conto che le questioni in campo vanno affrontate in profondità, necessitando di uno studio attento delle materie storico-sociali oltre che degli sviluppi più recenti delle scienze naturali. Un compito tanto vasto da essere difficilmente alla portata di un singolo. Senza perdersi d'animo occorre non perdere il contatto con la realtà di un paese sempre più spoliticizzato e controllato, in cui il totalitarismo liberale si rafforza ogni giorno che passa. Occorrerà quindi procedere a tappe forzate con risultati e conclusioni intermedi che aiutino collettività più ampie a ripartire da basi più avanzate.
Tutto questo per dire che la dispensa di cui diamo pubblicazione è uno strumento né inutile e anacronistico (posizione del PRC), né uno strumento salvifico e definitivo (posizione degli integralisti nostalgici e dogmatici), bensì uno strumento utile per acquisire quelle che sono appunto basi da cui partire per avviare la decolonizzazione dall'immaginario culturale borghese in cui siamo immersi. Si affronti tale materiale mantenendo sempre un atteggiamento critico e riflessivo, nella consapevolezza che la gran parte dei contenuti mantiene non solo un interesse storico e teorico, ma una stretta attualità: la sua comprensione e acquisizione da parte di larghe masse ci aiuterebbe senz'altro a riprendere slancio politico; rimangono però questioni aperte, irrisolte, rivedibili, lacune di cui ero consapevole in parte già al tempo della prima stesura, e altre che sto cercando di chiarirmi tutt'oggi, attraverso lo studio e il confronto con ulteriori autori e opere di riferimento, oltre che con il ritorno alla prassi politica concreta derivante dalla militanza attiva.

Si ricorda che per orientarsi nella consultazione di tutti i materiali è consigliato utilizzare l'Indice. Buona lettura.
Per info e contatti: info@intellettualecollettivo.it.

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